25/05/2015 di Redazione

Dinamico e senza spazi: il futuro del lavoro è sempre più digitale

Un’indagine commissionata da Ricoh all’Economist Intelligence Unit rivela come l’87 per cento dei manager pensi che i dipendenti sarebbero più produttivi se meno legati alla scrivania. È lo smart working, in grado di assicurare la crescita del fatturato.

immagine.jpg

Scrivanie addio. Via libera a spazi aperti e collaborativi. Deve essere questo il futuro degli ambienti di lavoro, in modo da garantire ai dipendenti aziendali una maggiore libertà, che determinerà in automatico anche più creatività. A pensarlo sono proprio gli alti funzionari, quei manager che l’immaginario collettivo vuole come blindati alla sedia, implacabili con i propri sottoposti. Il settanta per cento di loro pensa infatti che la produttività dei dipendenti e il benessere nelle organizzazione potrebbero aumentare grazie alla digitalizzazione e all’affermazione del concetto di ufficio collaborativo e aperto. Lo rivela un’indagine commissionata da Ricoh all’Economist Intelligence Unit, che ha svelato anche come l’87 per cento dei funzionari sia convinto che i lavoratori apporterebbero un maggiore valore all’azienda se fossero meno legati alla scrivania.

È il concetto di smart working, che slega la produttività dall’ufficio e la “diffonde” potenzialmente in ogni luogo. Chi l’ha detto che per terminare un progetto si debba per forza passare otto ore al giorno nello stesso luogo? I dispositivi mobili e le possibilità di connettersi alla rete si sono moltiplicate a dismisura, demolendo de facto i confini fisici.

Infatti, la quasi totalità del campione coinvolto dalla ricerca afferma che un posto di lavoro digitale avrebbe un impatto positivo sui profitti e sulla crescita del fatturato. Ma le imprese sono pronte a questo passaggio importante? Sembrerebbe di no. Molte società stanno facendo marcia indietro rispetto allo smart working per paura di perderne il controllo.

Un terzo del campione dello studio ha espresso preoccupazioni relative a questo aspetto. Un ambiente di lavoro basato su una “sorveglianza” stretta e assillante non si addice però alle esigenze dei dipendenti di oggi, che si aspettano flessibilità e orari più elastici. La generazione dei Millenials, infatti, considera molto sfumato il confine tra vita privata e vita professionale ed è pertanto più interessata alla possibilità di operare da remoto e con più libertà.

 

 

Come se ne può uscire? Secondo gli esperti coinvolti da Ricoh, è necessario trovare un equilibrio tra la flessibilità dei dipendenti e le modalità aziendali, che garantiscono il mantenimento della produttività. È quindi importante che i dirigenti mettano in pratica strategie per la digitalizzazione e per lo sviluppo di un ambiente dinamico, introducendo anche strumenti che favoriscano la comunicazione a distanza e la collaborazione.

 

ARTICOLI CORRELATI