30/03/2015 di Redazione

Domotica e sicurezza stradale fanno da apripista alle smart city

Secondo Gartner entro la fine di quest’anno si potranno contare nel mondo 1,1 miliardi di oggetti collegati al Web, destinati a diventare 9,7 miliardi nel 2020. Gli apparati di domotica oggi rappresentano quasi metà del fenomeno, ma nei prossimi anni la

immagine.jpg

Frigoriferi intelligenti, impianti di riscaldamento programmati per risparmiare e per adattarsi alle preferenze degli inquilini, programmi per controllare l’autifurto via smarpthone. Le applicazioni di domotica, sviluppate per ambienti domestici ed edifici commerciali, rappresentano oggi quasi la metà del fenomeno dell’Internet of Things. O meglio il 45% degli 1,1 miliardi di oggetti connessi al Web che entro la fine di quest’anno potranno essere conteggiati in tutto il mondo. La stima è di Gartner, che non si limita all’immediato futuro ma guarda avanti e prevede che nel 2020 il numero dei dispositivi connessi arriverà a 9,7 miliardi.

Non soltanto le singole abitazioni, ma città e distretti dovranno diventare “intelligenti”. Il concetto di smart city, a detta di Gartner, nei prossimi anni racchiuderà e svilupperà al suo interno diverse sfide: per esempio, quella di migliorare la gestione delle aree urbane, generando risparmi e nuovi servizi per i cittadini, ma anche di farsi carico della sicurezza sulle strade.

La domotica, anche nei prossimi anni, continuerà comunque a fare la parte del leone. Dall’attuale 45% il peso percentuale di questa categoria di oggetti connessi salirà all’81% nel 2020. Le zone residenziali svolgeranno progressivamente un ruolo di apripista all’interno delle smart city, investendo in varie soluzioni a livello delle singole abitazioni: con una maggiore penetrazione nel mercato e un costante aumento degli oggetti interconnessi, Gartner stima che il numero di unità supererà il miliardo nel 2017.

Le tecnologie smart domestiche più diffuse attualmente sono l’illuminazione a Led, il monitoraggio sanitario, le serrature e tutti quei device basati sui sensori, come i rilevatori del movimento o della percentuale di monossido di carbonio presente nell’aria. I sistemi a Led, in particolare, passeranno da sei milioni di unità conteggiabili nel 2015 a 570 milioni entro il 2020. La luce subirà un cambiamento davvero sostanziale trasformandosi da semplice fonte di illuminazione in un vettore di comunicazione che incorpora sicurezza, salute, accertamento dell’inquinamento e così via.

Insieme a quello degli edifici commerciali, l’altro comparto che vivrà un periodo di boom è quello stradale, relativo sia ai servizi automobilistici sia al monitoraggio del flusso di traffico. Uno degli obiettivi che si prefiggono le città intelligenti è proprio quello di ridurre code e imbottigliamenti. In California e nel Regno Unito si stanno già sperimentando sensori incorporati in alcune arterie autostradali per diagnosticare in tempo reale le condizioni del traffico.

Perché tutto questo si realizzi, bisognerà investire innanzitutto nell’hardware, ma non solo. “Per i fornitori che hanno investito nelle tecnologie, soprattutto privati, ci aspettiamo entro il 2020 una crescita dei ricavi di oltre il cinquanta per cento, grazie ai servizi e ai software”, ha dichiarato Bettina Tratz-Ryan, research vice president di Gartner. “Il settore della sicurezza rappresenterà il secondo maggiore mercato per fatturato entro il 2017 ed entro i prossimi cinque l’assistenza sanitaria e il comparto del fitness smart cresceranno verso un introito complessivo di quasi 38 miliardi dollari”.
 

ARTICOLI CORRELATI