20/10/2017 di Redazione

Facebook è pronta a difendere i ricavi degli editori

Sono ormai prossimi all’avvio i primi test del paywall per Instant Articles, che scatterà dopo un certo numero di news lette dagli utenti. Fra i partner anche l’italiana Gedi. Il fatturato generato dalla piattaforma verrà trattenuto al 100% dai publisher.

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Detto, fatto. Facebook ha ufficialmente calendarizzato i primi test per sperimentare il paywall su Instant Articles: dopo un ammontare predefinito di contenuti visualizzati su mobile scatterà quindi l’obbligo di pagamento. Un progetto già noto sin dalla scorsa estate, elaborato ai piani alti di Menlo Park per provare a guadagnarsi il favore degli editori. “Nelle prossime settimane avvieremo un test per i modelli di abbonamento alle notizie presenti nella piattaforma Instant Articles, collaborando con dieci diversi editori negli Usa e in Europa”. La sperimentazione riguarderà in un primo momento soltanto l’applicazione per dispositivi Android. I prodotti Apple sono quindi esclusi: sembra che iOs presenti delle limitazioni sui contenuti a pagamento, una cui quota dovrebbe spettare di diritto alla Mela.

Considerando che Facebook ha fatto sapere che i ricavi dei paywall verranno girati integralmente agli editori, si capisce perché il 30 per cento richiesto da Apple abbia spinto il social network blu a lasciare iOs temporaneamente in standby. Nell’elenco di editori imbarcati da Menlo Park figura anche il gruppo italiano Gedi (la Repubblica, La Stampa, Il Secolo XIX, l’Espresso e molti altri quotidiani locali), oltre a nomi del calibro di Bild, The Boston Globe, The Economist, Hearst, Le Parisien, Spiegel, The Telegraph e The Washington Post.

Come sottolineato dallo stesso social network, il paywall per gli Instant Articles varrà per i modelli metered (si inizierà con dieci articoli consultabili liberamente) sia per quelli freemium, in cui è l’editore a decidere quali contenuti bloccare. Quando si alzerà il “muro” comparirà un popup per invitare gli utenti ad abbonarsi alla singola testata.

Tutte le transazioni verranno gestite direttamente sul sito dell’editore, il quale tratterrà poi la totalità dei ricavi. Le persone già abbonate, invece, potranno effettuare il login e ottenere così l’accesso completo agli articoli. Facebook testerà anche nuove funzionalità per convincere gli iscritti alla propria piattaforma a pagare prima che scatti il paywall: si parla di call to action come “installa l’app”, oppure di pulsanti “Abbonati” in sostituzione del classico “Mi piace”.

 

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