08/06/2016 di Redazione

Gli smartphone perdono una “gamba”: stop crescita a doppia cifra

Nel 2016 il mercato si espanderà del 7%, in single digit per la prima volta dopo anni. Nel 2010 il comparto faceva segnare più 73%. I dati sono di Gartner, che sottolinea come il tasso di penetrazione nei Paesi occidentali sia ormai del 90%.

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È la fine di un’altra era: nel 2016 il mercato degli smartphone crescerà per la prima volta a singola cifra, toccando più 7 per cento, per un totale di 1,5 miliardi di dispositivi consegnati a livello globale. L’analisi è di Gartner, che sottolinea come lo scenario sia profondamento cambiato in soli sei anni: nel 2010, infatti, il mercato faceva il botto con un aumento di volumi del 73 per cento rispetto al 2009. I trend sono sotto gli occhi di tutti da tempo e anche altre società di ricerca stanno suonando il campanello d’allarme da diversi mesi. I primi segnali di saturazione sono arrivati già l’anno scorso, in particolare dopo le cattive notizie dalla Cina, vero “cavallo pazzo” che aveva contribuito a far correre veloce il segmento.

“Il mercato degli smartphone non crescerà più ai livelli degli ultimi sette anni”, ha commentato lapidario Roberto Cozza, research director di Gartner. E la spiegazione sta tutta in un altro dato: gli smartphone hanno raggiunto ormai un tasso di penetrazione del 90 per cento in aree mature come America del Nord, Europa occidentale, Giappone e nei mercati più sviluppati dell’Asia-Pacifico.

Inoltre, i consumatori hanno rallentato sensibilmente i tassi di sostituzione dei dispositivi, che vengono così rimpiazzati dopo un intervallo maggiore di tempo: in media, dopo due anni e mezzo. Secondo Gartner, i nuovi programmi di permuta avviati da molti vendor, come ha fatto di recente anche Apple, non sono sufficienti a sostenere la domanda: “Molti clienti sono contenti di tenersi il proprio cellulare anche due anni in più rispetto a prima”, ha aggiunto Cozza.

Agli Oem non resta altro da fare che buttarsi a capofitto nelle aree ancora da spremere, dove le opportunità di business sono tuttora presenti. È il caso dell’India, che ha ormai superato la Cina come mercato più attrattivo. A detta di Annette Zimmermann, research director di Gartner, il subcontinente indiano ha il “potenziale di crescita maggiore”: nel 2015 il mercato locale era costituito ancora al 61 per cento da feature phone (167 milioni di unità), lasciando così ampio spazio per la vendita di smartphone.

 

 

Secondo i calcoli della società di ricerca, la costante riduzione dei prezzi dei cellulari più avanzati permetterà alle aziende di consegnare quest’anno 139 milioni di smartphone in India, con un tasso di crescita del 29,5 per cento anno su anno. Questo scenario in costante mutamento potrebbe portare presto anche al debutto di nuovi produttori su scala globale, probabilmente anche indiani.

Entro il 2018, infatti, Gartner prevede che almeno un Oem “non tradizionale” farà la propria comparsa nella top five dei produttori di smartphone in Cina. I provider di servizi Internet del Paese asiatico stanno “investendo molto nello sviluppo hardware per i dispositivi mobili, oltre che nelle piattaforme e nella distribuzione”, conclude la società di ricerca, “con l’obiettivo di accrescere la base utenti e il coinvolgimento dei clienti”.

 

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