Dal Transparency Report pubblicato con cadenza semestrale da Google emerge che l'azienda di Mountain View ha ricevuto oltre mille richieste da parte di funzionari del governo per la rimozione di contenuti indesiderati. Google ha quindi segnalato l'incidenza "allarmante" delle richieste censorie da parte dei governi nei confronti dei contenuti Internet.
Molti Governi occidentali hanno chiesto a Google di censurare contenuti
Dorothy Chou di Google ha espresso la sua preoccupazione in un post sul blog ufficiale in
cui scrive che "purtroppo quello che si è visto nel corso degli ultimi
due anni è preoccupante, e i risultati dell'ultimo semestre non sono
differenti". Quando Google ha "iniziato a pubblicare questi dati nel
2010 ha notato che le agenzie governative di diversi Paesi a volte chiedevano di rimuovere i contenuti politici che
gli utenti avevano postato tramite i servizi" dell'azienda di Mountain
View. Allora il motore di ricerca "sperava che fosse un'aberrazione. Ora
c'è la certezza che non lo era".
Fra le richieste di eliminazione figurano anche video di YouTube nei risultati delle ricerche. Google ha informato di avere evaso più della metà delle ricerche in
seguito alla notifica di oltre mille richieste, e tutti i dettagli sono
pubblicamente consultabili nella relazione globale di trasparenza.
A
Mountain View sono stati recapitati in tutto 461 ordini del tribunale per la rimozione di 6.989 risultati delle ricerche,
di cui l'azienda ha portato a buon fine solo il 68 per cento. Oltre a
queste sono arrivate 546 richieste informali, di cui è stato evaso il 46
per cento.
È da tenere in conto che il rapporto in questione non tiene in
considerazione l'attività di censura da parte di Paesi come la Cina e
l'Iran, che bloccano i contenuti senza avvisare il motore di ricerca. Da
dove arriva allora questa crescente pretesa di censura?
Chou ha
sottolineato che è stato espressamente chiesto a Google di censurare
informazioni politiche, il che è "allarmante non solo perché mette a
rischio la libera espressione, ma perché alcune di queste richieste
provengono da Paesi insospettabili, fra cui
democrazie occidentali non tipicamente associate con la censura".
Nell'elenco pubblico emerge infatti una
richiesta polacca per la rimozione di un articolo critico nei confronti di un organo di sviluppo, una
spagnola per la cancellazione dai risultati delle ricerche di 270 blog
e link ad articoli critici verso figure pubbliche, e quella di un
funzionario canadese per la rimozione di un video di YouTube in cui un
uomo urinava sul suo passaporto. Sono state tutte respinte.
Alcuni dei Paesi autori di richiese censorie - clicca per ingrandire
Il primato per le domande di censura spetta tuttavia alle autorità thailandesi, che hanno preteso la rimozione di 149 video di YouTube che insultavano la monarchia, in violazione delle leggi locali. Il provvedimento è stato portato avanti, così come quello avviato dalla polizia inglese per la cancellazione di cinque account YouTube che promuovevano il terrorismo. Google ha anche soddisfatto il 42 per cento delle richieste degli Stati Uniti, che hanno portato alla rimozione di 187 contenuti, di cui la maggior parte relativi a molestie.