26/06/2012 di Redazione

I costi per l'evoluzione dei mainframe? Non sono una priorità

Una ricerca effettuata da Vanson Bourne per conto di Micro Focus conferma come quasi la metà dei decision maker dell’area informatica non conosca l'ammontare della spesa necessaria per aggiornare il parco installato a livello di applicazioni enterprise. E

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Il 46% dei decision maker nel settore It ammette di non conoscere l'ammontare del proprio debito legato alle soluzioni informatiche presenti in azienda, e più precisamente il costo associato alle attività necessarie per aggiornare il portafoglio di applicazioni,  e tale mancanza genera una passività di bilancio occulta per le singole organizzazioni. Aumentando i rischi.
L’assunto, assai chiaro e non certo un attestato di stima per It manager e responsabili dei sistemi informativi, arriva da una ricerca (“Mainframe Transformation: the Elephant in the Room”) effettuata da Vanson Bourne lo scorso aprile per conto di Micro Focus. Sotto la lente di ingrandimento sono finiti 590 decision maker dell’area informatica di nove paesi, tra cui Regno Unito (100), Francia (100), Germania (100), USA (100), Brasile (100), Australia (35), Nuova Zelanda (15), Hong Kong (15) e Singapore (25). Gli intervistati, peccato che non vi siano rappresentanti italiani, appartengono ad aziende dotate di mainframe e con più di 501 dipendenti, attive in vari settori.

La cifra su cui ragionare e riflettere è la seguente ed è il valore medio del debito It espresso dal campione: 10,9 milioni di dollari, di cui 8,5 milioni attribuiti alle applicazioni mainframe. La percentuale che preoccupa è invece pari al 9% e certifica l’aumento medio stimato dei costi di aggiornamento e gestione delle applicazioni enterprise nei prossimi cinque anni, che entro il 2016 – la previsione è di Gartner – arriverà a toccare nel mondo quota un trilione di dollari nei prossimi cinque anni..

Nonostante la passività di cui sopra sia così evidente, il 44% dei decision maker IT - e torniamo allo studio di Vanson Bourne - ha dichiarato di non disporre di alcun processo strutturato per valutare e gestire il proprio debito It (o non sa dire se tale processo sia disponibile) e il 45% di coloro che non dispongono di tale processo non prevede di implementarlo in futuro

Molto più attenti i manager It lo sono per quanto riguarda il portafoglio di applicazioni, che viene verificato in media ogni quattro mesi e nell’87% dei casi vede presente un processo di revisione strutturato e di una strategia definita. Entrando però nel merito approfondito della questione, più della metà degli intervistati (il 57% per la precisione) ammette tuttavia di non avere le idee chiare.

E lo dimostrano i numeri che seguono. Un intervistato su 20 confessa che il proprio portafoglio di applicazioni è "un caos"; quasi uno su cinque (il 18%) afferma che il portafoglio contiene alcune applicazioni legacy che nessuno sa come aggiornare o è disposto a toccare, il 18% conferma di avere applicazioni ridondanti che sfruttano Mips inutilmente, ma non ha i mezzi per identificarle ed eliminarle. E tanto per non farsi mancare nulla c’è un 15% di It manager secondo cui le fusioni e acquisizioni hanno reso poco chiaro il quadro delle applicazioni a disposizione, delle relazioni tra le applicazioni e di quali andrebbero eliminate.

 “La ricerca – prova a fare un po’ di chiarezza in proposito Stuart McGill, Chief Technology Officer di Micro Focus - indica come le organizzazioni IT procedano per tentativi nella revisione e aggiornamento delle applicazioni, creando una pericolosa passività di bilancio. Dovrebbero invece installare un nuovo motore. È poco probabile che questo approccio consenta di creare un portafoglio di applicazioni atte a fornire dei perfetti servizi operativi per supportare senza interruzioni le esigenze dell'azienda. Nell'arco di questo decennio, le organizzazioni IT dovranno diventare sempre meno ossessionate dai progetti e sempre più dagli asset - soprattutto se intendono sfruttare nel modo migliore quel 27% del budget IT annuale che, secondo gli intervistati, viene allocato per l'utilizzo, la gestione e il miglioramento dell'integrità delle applicazioni mainframe e dei rispettivi asset”.

Per questo, prosegue McGill, “ la gestione dell'Application portfolio management diventa un imperativo strategico anche se è difficile attribuirvi un Roi immediato poiché si tratta di un valore nel medio/lungo termine. Ma è proprio questa caratteristica che si scontra con la mentalità di molti leader del settore IT, che è quella di reagire efficacemente e rapidamente alle mutevoli esigenze del business nel breve termine”. In modo tattico e non strategico.

Il rebus della modernizzazione delle applicazioni
La ricerca di Vanson Bourne ha quindi fatto luce  alternative disponibili in mano ai responsabili It, relativamente all'esigenza di nuove funzionalità nelle attuali applicazioni mainframe. E si è scoperto in tal senso come il 46% degli intervistati preferisce sviluppare altro codice e il 41% sostituire l'applicazione con un pacchetto Cots (Commercial Off-The-Shelf). Fra questi il 56% la considera più semplice da implementare rispetto alle alternative, il 32% la ritiene meno rischiosa e il 33% cita la difficoltà di reperire personale competente in mainframe e Cobol. In contrasto con questa preferenza delle soluzioni Cots, un altro report indipendente (“Modernization: Clearing a Pathway to Success” di The Standish Group) ha effettuato un confronto oggettivo tra costi, rischi e Roiassociati rispettivamente alla riscrittura di un'applicazione specifica, alla sua modernizzazione e all'acquisto di un pacchetto Cots.

Il risultato che ne è conseguito è il seguente: la modernizzazione dell'applicazione ha la maggiore probabilità (53%) di venire completata in tempo, senza sforare il budget e con l'inclusione di funzionalità critiche. La percentuale di successo della sostituzione dell'applicazione con un pacchetto Cots è invece del 30%, mentre il valore scende al 4% se l'applicazione viene completamente riscritta usando gli strumenti e le tecniche più recenti.

Tornando infine alla ricerca commissionata da Micro Focus è emerso che il 14% degli intervistati conferma di avere già iniziato a estendere ai dispositivi mobili l'accesso alle applicazioni mainframe modernizzate (e il 49% prevede di farlo nei prossimi dodici mesi) mentre il 16% afferma di avere già iniziato a spostare nel cloud le applicazioni mainframe (il 42% prevede di farlo entro l'anno prossimo).
 
Complessivamente, l'87% degli intervistati intende modernizzare almeno un'applicazione importante entro i prossimi dodici mesi. In ordine di priorità, si tratta di applicazioni destinate ai dipartimenti del personale, gestione dei processi di business, gestione di progetti e portafoglio, Crm, finanza/contabilità e sistemi Erp.
I tre fattori principali che influenzano le decisioni relative alla modernizzazione delle applicazioni mainframe sono invece la riduzione dei costi delle licenze di hardware e software, l'aumento dei livelli di affidabilità, produttività e rapidità delle attività aziendali e l'adattamento dei sistemi IT alle future esigenze di crescita e innovazione. E per concludere una nota curiosa relativa a chi dentro l’azienda mette le mani dentro sistemi e soluzioni software: l'11% del personale IT con responsabilità su mainframe e applicazioni raggiungerà l'età pensionabile mediamente entro cinque anni. Chi prenderà il loro posto?
 

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