27/03/2015 di Redazione

I giudici danno ragione a Apple: iOS 8 non ruba troppa memoria

La corte distrettuale di San Jose ha rigettato la richiesta di class action di due possessori di iPhone, che accusavano l’azienda di Cupertino di aver volontariamente “colonizzato” lo spazio di smartphone e tablet con un sistema operativo troppo avido di

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Boccata d’aria per Apple, a pochi giorni dalla notizia del possibile rinvio a giudizio per il presunto mancato pagamento di tasse in Italia. Dall’altra parte dell’Oceano le cose vanno meglio: un tribunale di San Jose, California, ha fatto decadere le accuse lanciate a fine 2014 da due utenti, Paul Orshan e Christopher Endara. Accuse legate alla esagerata “fame di memoria” di iOS 8, cioè al fatto che il sistema operativo occupi su iPhone e iPad una quantità di storage compresa fra i 600 MB e gli 1,3 GB a tutto discapito dello spazio di archiviazione.

Orshan ed Endara, pur ammettendo di sapere (come è ovvio) che un aggiornamento software avrebbe richiesto dello spazio per l’installazione, accusavano Apple di non aver permesso agli utenti di “prevedere ragionevolmente” l’entità di tale occupazione di memoria. E non solo: addirittura, l’azienda di Cupertino avrebbe agito in malafede, per ridurre intenzionalmente lo storage a disposizione su iPhone e iPad e spingere gli utenti ad acquistare gigabyte su iCloud.

I giudici californiani, però, hanno rigettato la richiesta di class action dando ragione a Apple. La casa di Cupertino aveva argomentato, con una certa dose di sarcasmo, che “come tutti i software del mondo, il sistema operativo iOS, permettendo al dispositivo di funzionare, utilizza una porzione delle sue risorse, incluse quelle di storage”.

Apple aveva inoltre evidenziato alcuni difetti “tecnici” nelle argomentazioni dei due accusanti. Innanzitutto, la loro incapacità di produrre elementi oggettivi a sostegno delle loro attese su un’occupazione di memoria inferiore a quella effettiva di iOS 8. In secondo luogo, una consapevole omissione su iCloud: il servizio offre 5 GB di spazio gratuito a tutti i possessori di iPhone e iPad, quantità ben maggiore rispetto a quella occupata dal sistema operativo.

 

 

Infine, Apple ha fatto notare che le lamentele della class action includevano anche le versioni da 8 GB di smartphone e tablet, mentre Orshan e Endara risultavano proprietari di un iPhone 5s e di un iPhone 6 da 16 GB. La corte ha dato ragione alla Mela anche su un ulteriore aspetto: gli accusanti criticavano l’impossibilità di usare servizi di archiviazione diversi da iCloud, mentre in realtà l’app store consente di scaricare molte applicazioni alternative.

La Mela, pur morsicata, esce dunque totalmente integra da questa vicenda. Anche se si potrebbe ironizzare sulla definizione che Apple dà di iOS 8 come "la release di iOS più grande di sempre": dal punto di vista della memoria occupata, senza dubbio. Chi fosse in possesso di iPhone e iPad con soli 8 GB di spazio incluso potrebbe considerare di evitare l'upgrade, a meno di non volersi rivolgere continuamente al cloud.

 

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