10/05/2018 di Redazione

Ibm caccia i drive Usb dal tempio: sicurezza a rischio

Nelle prossime settimane i dipendenti di Big Blue non potranno più utilizzare dispositivi di storage portatili per trasferire dati. Secondo l’azienda ci sarebbero troppi pericoli, meglio ricorrere a servizi online di sincronizzazione e condivisione.

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Niente più drive Usb per i dipendenti di Ibm. Big Blue ha deciso di vietare a livello globale l’utilizzo di “pennette” e microSd per trasferire dati dai computer aziendali, a causa del “possibile danno finanziario e d’immagine derivante da dispositivi di storage portatili smarriti o utilizzati in modo improprio”. La nuova policy, già prevista in alcuni reparti, nelle prossime settimane verrà progressivamente applicata a livello mondiale. I dipendenti di Ibm sono incoraggiati a utilizzare in alternativa i servizi interni di sincronizzazione e condivisione dei dati. La decisione del colosso di Armonk è coraggiosa e avrà certamente conseguenze sull’operatività quotidiana dei lavoratori. L’utilizzo di drive Usb, malgrado l’ormai enorme diffusione del cloud, è ancora una prassi comune e facilita il trasferimento di informazioni e file in assenza di connessione al Web.

Ma non solo. I dispositivi di storage esterni vengono utilizzati tutti i giorni dagli addetti alle operazioni sul campo per, ad esempio, installare patch sui terminali dei clienti. Una serie di pratiche che effettivamente possono ridurre notevolmente il livello di sicurezza di un’azienda, consegnando nelle mani di cybercriminali l’accesso a computer e dati di estrema importanza. Basti pensare al rischio di lasciare incustodita documentazione riservata quando si smarrisce un drive portatile.

Numerose organizzazioni vietano ai dipendenti di utilizzare “chiavette” Usb di provenienza incerta, disattivando le porte dei computer o addirittura sigillandole fisicamente. Proprio in questi giorni, inoltre, si è scoperto che la nuova beta di iOs 11.4 blocca in automatico il trasferimento di dati via Usb dopo sette giorni di inutilizzo dell’iPhone. In questo modo, passata una settimana, diventerebbe impossibile anche per le forze dell’ordine accedere alle informazioni memorizzate sul cellulare tramite il connettore Lightning.

 

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