09/06/2015 di Redazione

Il cloud diventa nuvola: Amazon Web Services ora parla italiano

In occasione dell’inaugurazione del sito in lingua italiana, Aws fa il punto sullo scenario di mercato e profila meglio alcuni dei nuovi servizi lanciati nel corso del 2015. Nell’ultimo anno l’azienda ha superato i cinque miliardi di fatturato e il milion

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Sono numeri impressionanti quelli snocciolati da Nicola Previati, a capo delle attività italiane di Amazon Web Services, in occasione del lancio del sito di Aws finalmente anche in lingua italiana. Nulla di nuovo, intendiamoci, ma comunque una misura del business della multinazionale nel comparto in forte crescita dei servizi cloud. La frase più a effetto è quella che indica la progressione dei servizi erogati a livello mondiale: ogni giorno nei data center Aws viene aggiunta una capacità di calcolo equivalente a quella assorbita da Amazon (quella del core business dell’e-commerce) nel periodo in cui il giro d’affari valeva sette miliardi di dollari.

“A livello mondiale abbiamo superato i cinque miliardi di dollari di fatturato negli ultimi dodici mesi”, dice Previati, “con una crescita del 49% nel primo trimestre 2015 rispetto all’analogo periodo dello scorso anno. Numeri che giustificano la produzione di componenti ad hoc, da parte dei maggiori vendor, per i nostri data center”.

Non meno interessanti le performance dei singoli servizi: lo “storico” S3 (il primo a essere inaugurato, relativo allo storage in cloud) è cresciuto del 102% valutando l’ultimo trimestre del 2014 rispetto all’identico periodo del 2013, mentre l’EC2 (server virtuali) mostra un incremento del 93%. Tutto ovviamente calcolato escludendo l’utilizzo delle risorse da parte di Amazon.

“Abbiamo oggi circa un milione di clienti attivi”, dice Previati, “contando tra questi ultimi tutti i soggetti che hanno richiesto almeno un servizio nell’arco dell’ultimo mese. Ma il dato più interessante sono gli investimenti che continuiamo a fare per restare leader (Gartner ci fotografa di gran lunga in questo ruolo nel suo Magic Quadrant relativo al mercato cloud Infrastructure-as-a-Service): nel 2014 abbiamo lanciato 516 tra nuovi servizi e funzionalità, e nei primi mesi di quest’anno siamo già a quota 275”.

 

Nicola Previati, a capo delle attività italiane di Amazon Web Services

 

L’Italia in prima linea

Pur non potendo rilasciare dati relativi alle attività nel nostro Paese, Aws mostra di credere nello sviluppo del cloud pubblico in Italia. Anche se non ci sono ancora data center nel territorio (ma Previati non ha escluso questa possibilità per il futuro prossimo), dall’Italia vengono comunque erogati i servizi di supporto (tecnico, training e accounting) alle oltre quarante diverse classi d’offerta, comprensive di storage, computing, database, networking, analytics, mobile e chi più ne ha più ne metta.

“La localizzazione del sito in italiano non è un segnale da poco”, dice Danilo Poccia, technical evangelist di Aws, “se consideriamo che oltre a inglese, spagnolo, portoghese e alle lingue orientali, gli unici idiomi a essere già implementati erano il francese e il tedesco”.

D’altronde, l’attività nostrana comprende già numerosi casi di successo nei diversi segmenti d’offerta: Seat Pagine Gialle, ad esempio, sfrutta una particolare formula di impiego di risorse di calcolo non utilizzate che le permette di risparmiare fino all’80% sui costi di generazione delle mappe di Tuttocittà. Condé Nast Italia ha migrato su Aws tutta la sua Web farm, mentre Euronics utilizza i servizi cloud di Amazon per un’applicazione strategica (di livello enterprise) per la gestione dei partner, dichiarando una riduzione dei costi operativi del 30% rispetto alla soluzione on-premise.

“Tra i servizi lanciati recentemente che hanno riscosso più interesse”, conclude Poccia, “ci sono Amazon Elastic File System, tutto basato su Ssd, il marketplace per le applicazioni desktop (che affianca quello per l’ambiente server) e l’EC2 Container Services, nato per assecondare le nuove esigenze di sperimentazione e implementazione della tecnologia container/docker, che riscuote un notevole interesse anche presso i clienti italiani più evoluti”.

 

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