26/04/2011 di Redazione

Il cloud rivoluzionerà anche il canale Ict?

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ICT Trade 2011 si apre, il 18 maggio prossimo a Ferrara, all’insegna di due sentimenti contrastanti: da un lato l’evidenza di una “crescita zero” prevista per l’IT italiana nel 2011, sintomo di una sostanziale uscita dalla crisi, che rinfranca i più anche se non fa gioire chi avrebbe voluto una ripartenza più decisa del settore; e dall’altro, l’Innovazione “vera”.

Il Cloud Computing si presenta come un potenziale terremoto, in grado di modificare nell’arco di pochi anni l’intero assetto che da decenni vede un’IT, italiana e non, stratificata e con ruoli ben definiti per le diverse tipologie di attori.

Forse esageriamo nel definire la fase attuale dell’IT una “rivoluzione copernicana”, in cui la Persona va al centro dell’attenzione, dopo decenni di perdurante focalizzazione sulle tecnologie, sulle manutenzioni applicative, sui progetti di ottimizzazione di infrastrutture diventate nel tempo sempre più articolate e complesse; ma è certo che la progressiva maturazione del comparto IT lo sta spingendo verso una caratterizzazione sempre più industriale e sempre meno artigianale.

Dall’epoca in cui Ernesto Hofmann sosteneva che un giorno l’IT sarebbe stata come la corrente elettrica, non è poi passato molto tempo; siamo noi a vivere il Digitale con ritmi e velocità che ci fanno dilatare i tempi oltre misura. E quella visione si concretizza; e sotto la spinta incalzante del Cloud Computing, abbiamo la netta sensazione che cambieranno radicalmente, nel corso dei prossimi anni, atteggiamenti e propensioni alla spesa da parte di Utenti e Consumatori, e che le Imprese e gli Enti della PA saranno sempre meno disposti a spendere quattrini rilevanti per il mantenimento dell’esistente, a fronte della possibilità di concentrare le proprie risorse economiche verso la fruizione dei Servizi che la Tecnologia Digitale ci mette sempre più “semplicemente” a disposizione.

Un ICT Trade all’insegna del continuo cambiamento, quello che ci accingiamo ad inaugurare, ma quest’anno profondamente diverso: strutturale, con nuovi player, potenzialmente creativamente distruttivo, per dirla alla Schumpeter; caratterizzato da forze in campo non più forti della sola innovazione tecnologica, ma che rispondono ad una nuova filosofia, basata sulla voglia generalizzata di poter fruire dei servizi abilitati dalla Tecnologia Digitale e non sulla smania di possedere infrastrutture complesse, in passato simbolo di un potere peraltro modestamente esercitato; basata sulla voglia non ancora espressa appieno di utilizzare i budget, in continua riduzione, per innovare e non per mantenere; sulla tendenza ad utilizzare quel che viene messo a disposizione a livello planetario, e non di infilarsi per l’ennesima volta in progetti che poco hanno di diverso da quello degli ultimi anni, e su cui la personalizzazione non dà, come raramente ha dato, la percezione di fare veramente la differenza per l’azienda Cliente.

Un ICT Trade, quello che si apre, in cui urge che i diversi attori del comparto IT si interroghino sul proprio ruolo a tendere; se essere Industriali, Commercianti, Artigiani; tutte figure che continueranno ad esistere,  ma con numerosità, ruoli, funzioni, marginalità, profondamente diversi dallo scenario tradizionale dell’IT.

Per informazioni e iscrizioni alla manifestazione: ICT Trade 2011


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