14/06/2017 di Redazione

Il “mago” dei chip di Apple trasloca da Google

Big G ha assunto Manu Gulati, con otto anni di esperienza come progettista di circuiti integrati nella Mela. È probabile che il colosso di Mountain View voglia progettare soluzioni personalizzate per i propri dispositivi mobili, come gli smartphone Pixel,

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Google ha strappato ad Apple uno dei suoi ingegneri di punta. Manu Gulati, micro-architect della Mela fra agosto 2009 e lo scorso aprile, ha assunto il ruolo di lead Soc architect presso il colosso di Mountain View. Di per sé non sarebbe una grande notizia, in quanto il mercato del lavoro statunitense, soprattutto fra i giganti tecnologici, è molto fluido. I cambi di casacca, quindi, sono tutt’altro che rari. Ma Gulati ha avuto un ruolo fondamentale nel progettare i chip proprietari di Cupertino, come quelli della serie “A”, utilizzati in iPhone, iPad e Apple Tv. Per questo motivo gli osservatori hanno subito tratto una conclusione: Google vuole realizzare un system-on-chip proprietario per le prossime generazioni di smartphone Pixel. I nuovi modelli dovrebbero vedere la luce in autunno.

Ad oggi per i suoi cellulari Big G si affida a Qualcomm e alle soluzioni della famiglia Snapdragon, come fa la stragrande maggioranza dei produttori mobile. Le uniche aziende che utilizzano piattaforme custom sono, oltre ad Apple, Samsung (Exynos) e Huawei (Kirin), ma si tratta di società che ogni anno vendono decine di milioni di dispositivi. Google non ha finora rivelato dettagli di questo genere per i Pixel, ma è difficile pensare che abbiano generato grandi volumi.

La tesi secondo cui la società californiana abbia in mente la progettazione di Soc proprietari è rafforzata dalle posizioni lavorative aperte al proprio interno. L’azienda è infatti a caccia di diversi ingegneri hardware, di progettisti di system-on-chip e di Cpu, con un preciso focus sul mobile. Portare in casa il design dei circuiti darebbe a Google risparmi in termini economici e avanzamenti significativi sul fronte delle prestazioni e delle funzionalità esclusive, in quanto compatibili soltanto con il proprio hardware.

Ma, come sottolineato da Engadget, il probabile cambio di rotta del gruppo potrebbe far innervosire e non poco i partner che vendono dispositivi basati su Android. “Per anni hanno dovuto accettare a vari livelli Google come competitor sul fronte hardware, ma sapevano che i cellulari Nexus e Pixel utilizzavano chip standard, che riducevano la loro capacità di risaltare sugli altri. Se Google riuscisse a guadagnare un vantaggio in termini di performance grazie a processori custom, le regole del gioco cambierebbero”.

 

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