I numeri ufficiali devono ancora essere pubblicati, ma è probabile che l’Amazon Prime Day 2018 (che termina oggi a mezzanotte) rappresenterà un altro successo in termini di vendite per il colosso di Seattle. Eppure ieri le cose non sono iniziate al meglio. Per i primi trenta minuti dall’avvio delle offerte, la piattaforma di e-commerce è andata completamente in tilt, impedendo ai milioni di utenti che vi si erano riversati sopra di procedere con gli acquisti. A non funzionare correttamente, come riportato da Techcrunch, è stata proprio la landing page di Prime Day, con la maggior parte dei link che puntavano a pagine di errore. Il sito downdetector.com ha ricevuto oltre 21mila segnalazioni da parte di utenti che non riuscivano a navigare sullo store online. La domanda da porsi ora è ovviamente la seguente: quanto ha impattato il disservizio in termini di vendite mancate?
Difficile dirlo (Amazon ha confermato l’esistenza di un problema, ma non ha fornito spiegazioni tecniche), anche perché non è possibile nemmeno stimare con esattezza la durata del glitch. È probabile che si tratti comunque di cifre importanti, considerata la portata di questo evento. Secondo Coresight Research, in questo giorno e mezzo di “follie” online, i consumatori sarebbero pronti a spendere almeno 3,4 miliardi di dollari. Numeri da capogiro, che avranno anche l’effetto collaterale di rendere Jeff Bezos, fondatore e Ceo di Amazon, ancora più facoltoso.
Secondo il Bloomberg Billionaires Index, il numero uno del colosso di Seattle ha raggiunto i 150 miliardi di dollari di ricchezza personale. Un record assoluto, superiore addirittura allo scoglio dei 100 miliardi superato da Bill Gates nell’ormai lontano 1999: un patrimonio, quello del patron di Microsoft, che con il dato aggiustato seguendo l’inflazione varrebbe “solo” 149 miliardi. Il merito delle fortune di Bezos è da cercare nelle azioni di Amazon che ieri, in pieno Prime Day, a Wall Street hanno chiuso a quota 1.822,49 dollari.