07/01/2016 di Redazione

Il WiFi “travestito” da Bluetooth si chiamerà Halow

L’ente che regola gli standard di questa tecnologia sta studiando un’alternativa a basso consumo energetico per la trasmissione di dati da wearable e gadget dell’Internet of Things. Previsti per il 2018, i nuovi moduli lavoreranno nello spettro di frequen

immagine.jpg

Il WiFi rincorre il Bluetooth sul campo del risparmio energetico. Il consorzio che regola gli standard di questa tecnologia wireless è attualmente al lavoro su una nuova tipologia di WiFi per la comunicazione senza fili tra oggetti smart e, più in generale, per tutti quei dispositivi accomunabili sotto l’etichetta dell’Internet of Things. Tra questi, si possono includere gli indossabili e, più in generale, i gadget (anche domestici) che non possono permettersi di sperperare troppa energia per trasmettere dati in modalità wireless. Infatti, una delle pecche del WiFi è proprio questa: a differenza del Bluetooth consuma molta energia e l’IoT è fatto da oggetti molto piccoli, con batterie di conseguenza poco capienti. Il nuovo WiFi è stato già ribattezzato WiFi Halow e sarà un’estensione dell’imminente standard 802.11ah.

La WiFi Alliance ha intenzione di iniziare la certificazione di device compatibili con Halow nel 2018, ma è possibile che alcuni prodotti si affaccino sul mercato prima di quella data. Se la nuova tecnologia dovesse rivelarsi davvero migliore del Bluetooth, trovando così posto per esempio negli indossabili e nei gadget domestici, il passo in avanti sarebbe sensibile. Il Bluetooth, infatti, pur essendo migliorato negli anni, sconta ancora una portata molto ridotta rispetto al WiFi.

Inoltre, l’integrazione di moduli wireless negli oggetti darebbe la possibilità di collegarli direttamente al router domestico e quindi alla Rete. Halow funzionerà nello spettro di frequenza dei 900 MHz e potrà quindi contare su un livello di penetrazione migliore rispetto ai 2,4 e ai 5 GHz. Ma, dall’altro lato, sconterà velocità di trasmissione dati decisamente inferiori. Il che potrebbe anche essere un “non problema”, in quanto i wearable solitamente trasferiscono pacchetti di informazioni molto ridotti e con frequenze variabili.

 

ARTICOLI CORRELATI