07/06/2017 di Redazione

Impronta digitale hardware per i nuovi server Hpe

Presentata la decima generazione di appliance della serie Proliant, che presenta componenti di sicurezza integrati direttamente sul silicio: in caso di compromissione del firmware la macchina non parte. Svelate anche altre novità software e infrastruttura

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I server della famiglia Proliant di Hpe sono arrivati alla decima generazione. E ora promettono ancora più sicurezza. Come? Grazie a un nuovo componente di protezione integrato direttamente su silicio, che stabilisce un link diretto fra il chip custom di Hpe e il firmware Integrated Lights Out (Ilo, già presente su molti dispositivi Hpe), si impedisce al server di eseguire codice compromesso. La tecnologia crea una vera e propria “impronta digitale” unica e immutabile, che vieta alla macchina di avviarsi se non si verifica una corrispondenza tra questa traccia e il firmware. Un elemento inviolabile, in quanto il vendor esercita un controllo totale sia sul chip, sia sul codice essenziale del server. Il sistema comprende anche crittografia e algoritmi di rilevamento delle violazioni.

Ma, in contemporanea alla presentazione dei Proliant Gen 10, Hpe ha introdotto anche diversi aggiornamenti software e infrastrutturali complementari alla nuova offerta. I primi due si rivolgono al software-defined e sono Oneview 3.1 e Intelligent System Tuning. La prima soluzione supporta il passaggio alla decima generazione di server e trasforma risorse di calcolo, storage e rete in un’architettura definita dal software.

La release 3.1 presenta funzioni per storage componibile, miglioramenti alla gestione del firmware, estensione del supporto a una vasta gamma di piattaforme Hpe ed è compatibile con l’ecosistema di nuovi partner come Mesosphere Dc/Os (container), con cui il colosso californiano ha avviato un’alleanza strategica per realizzare attività di engineering congiunto e portare ai clienti un’architettura di riferimento caratterizzata da un miglior time-to-value.

Intelligent System Tuning offre invece un’esperienza dinamica sulle applicazioni in partnership con Intel, sulla linea di processori Xeon. Queste funzionalità intervengono sui parametri di funzionamento delle Cpu e comprendono modulazione della frequenza (jitter smoothing), aumento delle prestazioni (core boosting) e ottimizzazione del server secondo i profili dei vari carichi di lavoro.

Per i workload a consumo intensivo di dati e di potenza di calcolo, è possibile invece abbinare i server Proliant ai moduli aggiuntivi di elaborazione Synergy 480 e Synergy 660, che mettono a disposizione connettività Ethernet 25/50 GB, oltre alla soluzione storage integrata Scalable Persistent Memory: Hpe promette una velocità applicativa fino a 27 volte superiore e ripristini di database 20 volte più rapidi rispetto alle soluzioni di archiviazione comuni. Tutte le novità dell’azienda saranno disponibili da questa estate.

 

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