24/02/2015 di Redazione

Internet delle cose a portata di mano con il kit di Arm e Ibm

Le due aziende hanno lanciato mbed IoT Starter Kit, un “pacchetto” di sviluppo per creare e gestire in autonomia nuovi dispositivi collegati al Web e alla nuvola BlueMix. A un prezzo non ancora specificato verranno consegnate due schede, la Freescale Free

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Avete sempre desiderato un frigorifero capace di comunicare con Internet per ripararsi da solo o per avvisare quando le scorte stanno finendo? Bene, grazie al nuovo pacchetto Arm mbed IoT Starter Kit - Ethernet Edition sviluppato da Arm in collaborazione con Ibm, da oggi potrete costruirvelo in autonomia. Oltre a realizzare progetti di Internet of Things utili in ambito lavorativo. Il kit permetterà agli utenti di fabbricare dispositivi nel dominio dell’Internet delle cose, pronti per andare sulla cloud e dotati di sistema operativo Arm mbed.

L’ecosistema è progettato da una divisione apposita, creata da Arm per lanciare iniziative relative alla connettività degli oggetti. Il pacchetto, pensato per le persone con poca o addirittura nessuna esperienza nel settore dello sviluppo Web, fornirà una piattaforma per imparare concetti e creare prototipi funzionanti. La connessione diretta con la nuvola BlueMix di Ibm, inoltre, garantirà l’esplorazione di nuove e potenzialmente infinite possibilità d’uso, anche perché il kit hardware potrà essere modificato ed esteso a piacimento.

Ma, una volta ordinato, cosa verrà recapitato a domicilio? Per un prezzo non ancora specificato, a casa arriverà una scatola contenente due oggetti: la Freescale Freedom Development Platform Frdm-K64F, una piccola scheda madre per sviluppatori con un processore Arm Cortex-M4F da 32-bit a 120 MHz, un megabyte di memoria flash e 256 KB di Ram e un Application Shield: il controller vero e proprio del kit, con uno schermo Lcd da 128 per 32 pixel, un joystick a cinque direzioni, due potenziometri, led colorati, sensore di temperatura, accelerometro e molto altro.

 

 

Per iniziare a dare sfogo alla propria creatività, sarà sufficiente unire le due schede tra loro, utilizzare un cavo Ethernet per fornire la connessione a Internet e collegare il tutto al computer tramite Usb. In pochi secondi, i Led dovrebbero colorarsi di verde e il display comunicare la scritta: “Connesso”. Il microcontrollore dovrebbe poi apparire sullo schermo del Pc, con un file rinominato “Ibm.htm”: un semplice collegamento che, una volta cliccato, aprirà una pagina nel vostro browser e vi darà accesso al monitoraggio delle informazioni trasmesse dal dispositivo al computer.

Arm e Ibm sperano di monetizzare quindi, con prodotti pratici e potenzialmente aperti a tutti, la prossima adozione di massa dell’Internet delle cose. Si stima che già oggi gli oggetti interconnessi siano, nel mondo, circa 1,2 miliardi: numeri che potrebbero arrivare a 5,4 miliardi entro il 2020.

 

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