06/08/2012 di Redazione

L'iPhone era il Purple Project segreto di Cupertino

Dal processo in corso a San Jose emerge come il primo melafonino fu progettato in un bunker segreto del quartier generale della società con regole di segretezza altissime. Furono valutati anche i progetti per una Apple Car e per una fotocamera, ma vennero

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Nel terzo giorno del processo californiano Apple contro Samsung sono saliti alla sbarra nomi celebri come Philip Shiller, veterano di Apple e numero uno del marketing di Cupertino, Justin Denison, Chief Strategy Officer di Samsung, e Scott Forstall, vice presidente della divisione iOS. Di prove schiaccianti sulla colpevolezza dell'avversaria se ne sono viste ben poche, in compenso sono emersi particolari molto interessanti e pittoreschi sulla progettazione del primo iPhone e su altri prototipi a marchio Apple che poi non sono sfociati in prodotti per il grande pubblico.

Samsung nega che il Galaxy S1 fu copiato dall'iPhone

Schiller, narrando la storia di Apple, ha detto che "il successo dell’iPod aveva persuaso Apple che poteva diventare molto più di una società di computer" per questo erano state analizzate idee per un'autovettura e una fotocamera, la seconda di Apple dopo la QuickTake degli anni '90.

Inutile dire che nessuno dei due vide la luce. Potrebbe invece concretizzarsi, anche se con anni di ritardo, il tablet da 7 pollici. È stato Forstall durante il controinterrogatorio ad ammettere che Eddy Cue, oggi vice presidente della divisione Internet Services, ha in passato più volte sostenuto la necessità di produrre un tablet da 7 pollici.

Idea che a quanto pare non aveva scartato nemmeno Steve Jobs, come emerge da una mail del 24 gennaio 2011. Cue scriveva a Forstall: "Ritengo che ci sia mercato per un 7 pollici e che dovremmo produrne uno. Ne ho parlato a Steve diverse volte dal Giorno del Ringraziamento e sembrava molto recettivo l'ultima volta".

Lo stesso Forstall ha rivelato le chicche sullo sviluppo del primo iPhone. All'inizio il telefono che oggi tutti conosciamo è stato l'oggetto del Purple Project, per il quale Apple blindò uno degli edifici di Cupertino con "porte con lettori di schede, che dovevano essere passate anche quattro volte per entrare in alcuni laboratori". L'edificio riportava sulla porta di ingresso la scritta "Fight Club" in riferimento al gruppo segreto del film omonimo, a cui era imposto di tacere a chiunque l'esistenza del gruppo stesso (l prima regola del Fight Club è non parlare mai del Fight Club).

Di minore interesse il resto della testimonianza di Shiller, secondo cui la copia conforme dei prodotti Apple "è un problema enorme" perché crea confusione fra i clienti, che potrebbero vedere un prodotto pubblicizzato su un cartellone solo per una frazione di secondo e compare quello concorrente molto simile.

Schiller spiega come nacque l'iPhone: dal Purple Project in un edificio segreto di Cupertino

Altrettanto anonima la deposizione di Justin Denison. L'avvocato di Apple gli ha sottoposto una serie di documenti che proverebbero i tentativi di Samsung di emulare i prodotti Apple. Fra questi figura quello che è stato battezzato un "rapporto di valutazione relativo all'S1 e all'iPhone" datato 2 marzo 2010, ossia pochi mesi prima dell'annuncio del Galaxy S. 

Denison ovviamente ha negato ogni riferimento, e si è limitato a giustificare il cambio dello schermo previsto in un primo momento con quello piatto poi scelto per la produzione di massa spiegando che era stato scelto un modello bombato ma i che i costi erano troppo alti.


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