18/11/2014 di Redazione

La stampante 3D volata nello spazio è made in Italy

Gli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale hanno ricevuto POP3D, Portable On-Board Printer, un dispositivo che sarà testato per operare in assenza di gravità e che in futuro potrà creare pezzi di ricambio utili alle missioni. Con un vanto: è pr

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Il Made in Italy vola nello spazio, e non parliamo di abbigliamento o di prelibatezze alimentare. Bensì di stampanti 3D: POP3D, Portable On-Board Printer, un dispositivo per il printing tridimensionale interamente progettato e prodotto in Italia, si candida a diventare la prima tecnologia del suo genere eletta per accompagnare gli astronauti nelle loro missioni. Al momento POP3D è già nello spazio, sebbene soltanto nell’orbita terrestre bassa in cui è collocata la Stazione Spaziale Internazionale (Iss). Qui, dopo due mesi dall’invio, è finalmente arrivato a destinazione il cargo di rifornimento della Nasa contenente, fra le altre cose, la stampante.

Il comandante Barry Wilmore ha seguito l’intera procedura, dalla ricezione dei rifornimenti fino all’installazione del macchinario al’'interno del Microgravity Science Glovebox, un’area della stazione spaziale dedicata al test dei materiali e dei dispositivi.  Per progettata in Italia, POP3D porta la firma di Made in Space, compagnia manifatturiera per il settore spaziale.

 

POP3D, anche detta Zero Gravity

 

Il dispositivo assomiglia a un cubo dal peso di 5,5 chili e con lati di 25 cm. Per la stampa utilizza un filamento plastico biodegradabile. “Parte della sfida nel progettare una stampante 3D per la stazione spaziale”, ha spiegato  Giorgio Musso di Thales Alenia Space Italy, azienda che ha contribuito alla creazione di POP3D, “è stato assicurarsi che le sue attività non intaccassero l’ambiente degli astronauti”.

La stampante potrà servire a creare pezzi di ricambio e strumenti di lavoro, riducendo notevolmente il costo delle future missioni spaziali. Prima di arrivare a questo, però, gli scienziati dovranno mettere alla prova la sua capacità di operare in condizioni di assenza di gravità. Un prima fase di test prevede la stampa di oggetti realizzati in diverse materie plastiche, che saranno poi confrontati con analoghi frutti della POP3D, prodotti però in precedenza all’interno del Marshall Space Flight Center della Nasa di Huntsville, Alabama.

L’idea di fondo, dunque, è quella di capire se l’affidabilità e la qualità della stampante siano le medesime anche in orbita, in modo da ottenere oggetti 3D con caratteristiche di peso, resistenza, flessibilità e altri parametri stabili.

 

Un'antenna "stampata" da POP3D


“Questo è un giorno molto emozionante per me e per il resto della squadra”, ha commentato Mike Snyder, ingegnere di Made In Space. “Abbiamo dovuto superare molte sfide tecniche per portare la stampante 3D a questa fase. Questo esperimento rappresenta il primo passo verso la possibilità di fabbricare nello spazio materiali e apparecchiature di grandi dimensioni, che tradizionalmente sono sempre stati inviati dalla superficie terrestre. Ciò cambierà radicalmente i nostri metodi di esplorazione”.

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