19/06/2007 di Redazione

Le PMI furbe non usano RAID ma ridondano il NAS

La tecnologia RAID ha pro e contro. I NAS con RAID 5 offrono ampio spazio d'archiviazione e allo stesso tempo una riduzione drastica della possibilità di perdere i dati per la rottura di un disco. Se però a guastarsi non è un disco, ma il controller, si r

Anche con il RAID 5 si corrono rischi

La tecnologia RAID - Redundant Array of Independent/Inexpensive Disks o Matrice ridondante di dischi economici/indipendenti - è stata una grande innovazione nel settore dell'archiviazione. In pratica, nella sua incarnazione ideale, il RAID ha permesso di trasformare qualcosa di lento e inaffidabile - i dischi fissi - in qualcosa di più veloce e "robusto".  Come per ogni tecnologia però bisogna saper valutare i pro e i contro. Ho avuto l'opportunità di imparare di prima persona uno dei problemi più gravi delle configurazioni RAID; l'esperienza è stata traumatica ma decisamente educativa.

In teoria, i NAS - Network Attached Storage - con RAID 5 offrono ampio spazio d'archiviazione e allo stesso tempo una riduzione drastica della possibilità di perdere i dati per la rottura di un disco. I sistemi RAID 5 sono più efficienti di quelli RAID 1 (mirrored) siccome in una configurazione con tre o più drive,  in caso di guasti a un disco perdi solo l'equivalente della capacità di un singolo drive. Con una configurazione RAID 1 se un disco ti saluta, perdi ovviamente tutta la capacità di quel disco.

Comunque, come palesato dalla mia esperienza diretta, il RAID ti protegge solo dalle rotture dei dischi. Se qualche altra componente del tuo magnifico sistema RAID se ne va "a balengo", sarà dura recuperare i dati.

Nel mio caso mi è capitato che l'unità NAS con RAID 5 dell'ufficio ha smesso di funzionare. All'inizio pensavo che il problema fosse dovuto all'alimentazione, e ho perso una settimana per cercare un ricambio. Poi ho controllato le ventole, sia quella principale che quella dell'alimentatore. Alla fine ho realizzato che era saltata la scheda controller.

La buona notizia è che in ufficio usiamo il NAS solo come backup delle varie postazioni di lavoro. Quindi, non essendo andato storto nient'altro, l'unica cosa che ho perso durante le due settimane di NAS fuori uso è stata la piacevole sicurezza di avere un backup dei file ogni 4 ore.

Che sarebbe successo però se il NAS fosse stata la risorsa principale di archiviazione mia o dei miei colleghi? La terribile esperienza mi ha anche fatto pensare: ma che succede se questo aggeggio ce lo rubano, o va a fuoco? Le informazioni di parità dei bit in effetti servono a poco se l'unità NAS prende il volo..

La realtà è che la maggior parte degli utenti casalinghi o di piccoli uffici e PMI non hanno bisogna della disponibilità costante che sta alla base del RAID.  Certo, i database aziendali centralizzati hanno bisogno di stare in piedi anche a seguito di rotture dei dischi; ma gli utenti con applicazioni meno intensive possono anche usare un approccio diverso alla sicurezza dei dati.

Ridondanza, ma non RAID

L'approccio più semplice consiste nel tenere buona solo la prima lettera di RAID, ovvero quella "R" che sta per "ridondante". Ho pensato quindi di usare distinti NAS, molto semplici ed economici: il primo esegue il backup dei dati e si può usare come archiviazione di rete. Il secondo NAS esegue il backup del primo. Sebbene non sia elegante come una configurazione RAID, questa soluzione offre almeno due vantaggi chiave nelle piccole reti.

Il primo e più importante vantaggio è che si ha una ridondanza completa. Siccome ogni NAS ha i propri drive, alimentatore, processore ed elettronica, rimarrà attiva anche quando qualcosa va male nell'altro NAS.

L'uso di due o più NAS distinti inoltre permette di collocare fisicamente in posti diversi il backup principale e quello secondario. Per esempio potreste nascondere il secondo NAS in un posto veramente imboscato, in modo da avere un'ulteriore sicurezza: quella contro i furti e le rotture accidentali da parte di colleghi maldestri. Il nascondiglio del secondo NAS non deve necessariamente avere una presa di rete. Potete usare wireless (solo se costretti) o la linea elettrica (meglio). Il backup è un'attività eseguita in background, quindi non c'è bisogno di prestazioni da record.

Perché tutto abbia senso e funzioni, uno dei due NAS deve offrire la funzione di backup programmati da o verso un drive di rete. La maggior parte dei NAS esegue backup verso un drive collegato tramite USB; molti possono farlo anche su una condivisione di rete. Per essere certo che un drive supporti il backup verso dischi di rete, prima dell'acquisto è meglio scaricare e consultare il manuale dal sito del produttore.


Nessun backup di rete per la Buffalo LinkStation.

Per esempio, nell'immagine qui sopra si vede una schermata della versione originale della Buffalo LinkStation. Appare il messaggio "A valid backup device does not exist" (non esiste un dispositivo di backup valido) perché non c'è nessun disco USB collegato e non c'è supporto al backup su dischi condivisi.


Synology DS-207. Supporto per backup tramite USB e rete.

Qui vedete invece la schermata "Network Backup" del Synology DS-207. Se c'è un disco USB collegato, lo si può selezionare con la prima opzione in alto. In questo caso è grigia perché non ho collegato nessun disco USB. Appena sotto vedete come sia possibile eseguire backup tramite rete inserendo uno hostname o un indirizzo IP.

Il backup tramite NAS distinti può essere anche meno costoso rispetto ai complessi sistemi RAID. Per esempio, al momento della stesura di questo articolo, due Buffalo LinkStation Pro da 500GB  costano poco meno di 700 euro, compresa spedizione. Una Terastation Pro II da 1 Terabyte, che offre 680 GB di spazio con RAID 5, costa invece 750 euro compresa spedizione.

Lo svantaggio principale dei due NAS ridondati è che, quando il NAS primario si guasta, bisogna intervenire manualmente. Questa non è però un'operazione difficilissima: premesso che si usi un'identica struttura delle cartelle, basta impostare sul NAS secondario IP e hostname di quello primario. Probabilmente sarà necessario anche reimpostare i permessi d'accesso, siccome quasi certamente avrete rimosso il diritto d'accesso diretto per gli utenti al NAS secondario.

Va anche detto che il contenuto del NAS secondario non sarà esattamente lo stesso di quello principale. Si perderanno infatti le modifiche incorse ai file dall'ultimo backup programmato. L'effetto può essere però mitigato impostando backup più frequenti, oppure dalla tipologia stessa d'uso del NAS principale.

Per quanto mi riguarda, in questo momento il mio NAS secondario sta eseguendo il backup di quello principale. E ho la certezza che, se il mio NAS primario dovessero rompersi, mi basteranno pochi minuti per tornare in piena attività, non settimane.

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