"Per il momento siamo ancora all'FTTP, Fiber-to-the-Press". E' la sarcastica risposta di Stefano Lorenzi, amministratore delegato di Alcatel-Lucent Italia dal 2008 e da quest'anno anche presidente. La domanda riguardava Capri e l'evento "Giochiamoci il futuro" organizzato da Between che ai primi di ottobre ha raccolto il gotha delle telecomunicazioni italiane. Che cosa è emerso di concreto? Sostanzialmente nulla. Le chiacchiere intorno alla fibra ottica e alla Next Generation Network continuano a rimanere esclusivo terreno di articoli, dotti rapporti, scarse decisioni: una fibra-per-i-giornalisti, insomma.
Se si esclude il presidente dell'AntiTrust, Antonio Catricalà, che si è dichiarato favorevole alla nascita di una società pubblico-privata per stendere i cavi della Next Generation Network contrariamente a una sua precedente presa di posizione ostile all'idea. Ma nessuno, al momento, sembra raccogliere il discorso per fargli fare qualche passo avanti.
Stefano Lorenzi, amministratore delegato e presidente Alcatel-Lucent Italia
Torniamo alla risposta di Lorenzi perché contiene, nella sua brevità, il reale "
sentiment" dell'industria delle telecomunicazioni italiane: un misto di frustrazione, di delusione, di speranzosa attesa che venga Godot che sblocchi in qualche modo le cose.
Intanto, però, Lorenzi e Alcatel-Lucent Italia continuano, inevitabilmente, a fare da sé. "Combattiamo ogni anno con le logiche della multinazionale per
difendere il presidio italiano nel settore delle tecnologie ottiche. Un vero patrimonio non solo della nostra azienda ma del nostro Paese rispetto al mondo intero. Che però, di anno in anno, viene ridiscusso dalla corporation perché la penuria dei progetti nazionali pubblici non favoriscono sicuramente la possibilità di dimostrare al mondo che la nostra eccellenza è spalleggiata e favorita da leggi e investimenti nazionali. Siamo primi al mondo nella fotonica, ma anno dopo anno restiamo sempre più soli".
La sostanza è questa: Alcatel-Lucent è entrata nel
secondo secolo di presenza in Italia. Nel 1909 aprì i battenti la Western Electric Italiana e da lì, in un secolo di passaggi di mano, si è arrivati all'attuale realtà di 2.200 dipendenti di cui 800 impegnati nella ricerca e sviluppo, in particolar modo nella divisione Optics di cui il centro italiano costituisce il fulcro delle competenze mondiali di Alcatel-Lucent.
E i risultati economici stanno lì a dimostrare il primato: 931 milioni di euro il fatturato 2009 realizzato per il 60% da esportazioni per lo più nell'area optoelettronica e fotonica.
Sempre in Italia viene coordinato lo sviluppo dei radio sistemi di comunicazione wireless fisso di nuova generazione, sistemi fondamentali per lo sviluppo delle reti mobili.
Ancora, in Italia viene condotta una parte significativa dello sviluppo delle architetture IMS (i servizi multimediali basati sull’Internet Protocol), che consentono l’integrazione, grazie alle piattaforme IP, delle diverse forme di comunicazione fissa e mobile, portando all’utente una vasta serie di servizi aggiuntivi oltre la voce, come la messaggistica unificata, la segnalazione di presenza.
Alcatel-Lucent a Vimercate (Milano)
Ora l'azienda americana sta facendo un salto di qualità che mira a
superare le complessità per conto degli operatori. Detto in breve si
tratta di fornire agli operatori di TLC non solo gli apparati, ossia il
"ferro", ma anche il software per farlo funzionare al meglio,
addirittura sostituendosi all'operatore nella gestione degli elementi
base della rete. E' un salto verso le applicazioni che trova riscontro
nelle più recenti acquisizioni fatte da Alcatel-Lucent, della società
ProgrammableWeb, che sviluppa interfacce di programmazione, e
soprattutto della francese OpenPlug.
Questa società ha sviluppato una sorta di esperanto per chi sviluppa
applicazioni di rete che consente al programmatore di concentrarsi sulle
caratteristiche del servizio senza dover badare alle piattaforme client
destinatarie. Se una società di software sviluppa un'applicazione,
insomma, rispettosa dei parametri della rete, sarà quest'ultima che si
occuperà di farne fruire gli iPhone di Apple, oppure i cellulari Android
o quelli Symbian di Nokia o quelli dotati di Windows Phone. Non c'è da
riscrivere l'applicazione per i diversi cellulari: fatta una volta è
buona per tutti.
Un modo per favorire lo sviluppo dell'ecosistema software delle
applicazioni che per ora mirano al segmento mobile perché è quello a più
rapido sviluppo, ma che domani potrebbe aiutare i carrier a cambiare la
propria natura: da "stupidi trasportatori di bit" a fornitori di
soluzioni intelligenti.
Guarda caso è esattamente quanto si propone di fare Franco Bernabé,
amministratore delegato di Telecom Italia, che vuole farne la più grande
ICT company italiana.
Lorenzi, ed Alcatel-Lucent, sono esattamente su questo percorso. E
parecchi passi avanti. "Riguardo i mercati verticali, dai trasporti
all’energia, al settore oil & gas, proponiamo il nostro portafoglio
di offerta carrier-grade. In pochi mesi abbiamo acquisito importanti
referenze internazionali, dai sistemi di controllo per il trasporto
pubblico in Medio Oriente alle reti per i gasdotti in Nord Africa”. Nel
campo dei servizi, inoltre, sono stati fatti ulteriori sviluppi anche in
Italia, dove vengono forniti servizi di gestione delle reti per tre
grandi operatori, che permettono a questi ultimi di focalizzarsi sugli
obiettivi strategici e di business, potendo contare sull’esperienza di
Alcatel-Lucent per far fronte alle necessità di gestione operativa delle
infrastrutture.
Uno sforzo strategico che ora può avvalersi delle esperienze acquisite
internamente da Guillaume Declerck e da Stefano Schiavoni. Il primo è
stato fino a ieri l'account dedicato all'operatore Wind e ora, invece,
diventa direttore Marketing & Strategy per Italia e Mediterraneo
Centrale (Italia, Grecia, Israele, Palestina, Malta, Cipro). Schiavoni,
che ha alle spalle venti anni spesi nella divisione Optics di cui da
ultimo è stato vicepresident business unit, ora è il nuovo Direttore
Commerciale Italy Service Providers.
Stefano Schiavoni, Direttore
Commerciale Italy Service Providers
Guillaume Declerck, direttore Marketing & Strategy per Italia e Mediterraneo
Centrale