MacBook e iMac “protetti” con un software dalle riparazioni non autorizzate
Secondo fonti non ufficiali, Apple starebbe sviluppando un programma diagnostico che impedisce gli interventi di riparazione e sostituzione da parte dei centri assistenza non autorizzati.
Pubblicato il 05 ottobre 2018 da Redazione

Apple è gelosa dei suoi privilegi, come il diritto esclusivo di aggiustare i MacBook e gli iMac che necessitano di cura. Riparazioni e sostituzioni costosissime sono tradizionalmente una spina nel fianco per i clienti di Apple e ora, dopo il recente caso della tastiera “polverosa”, giunge la notizia di una manovra protezionistica non da poco. Come emerso da un documento di cui MacRumors e Motherboard hanno ottenuto una copia, la società di Cupertino sta sviluppando una software che impedirà ai riparatori non autorizzati di portarle via una fetta di business. Apple Service Toolkit 2, questo il nome, è uno strumento diagnostico che potrà essere usato solo dagli Authorized Service Providers, cioè dai centri di assistenza affiliati all'azienda e autorizzati a mettere le mani sui suoi dispositivi.
Senza questo software, infatti, non è possibile riparare problemi riguardanti lo schermo, la scheda madre, la tastiera, il trackpad e il Touch ID dei MacBook Pro, mentre sugli iMac Pro è negata la possibilità di sostituzione della scheda madre o della memoria flash. Nel caso si tenti di intervenire su questi elementi, il sistema operativo smette di funzionare correttamente e la riparazione risulta incompleta. Per ripristinare il corretto funzionamento del computer, a quel punto, è necessario sbloccarlo attraverso il Service Toolkit 2, che è a disposizione dei centri autorizzati.
Il programma, suggerisce Motherboard, probabilmente nasce da ragioni di sicurezza più che di protezionismo. Ed è coerente con le caratteristiche del processore T2, nel quale sono integrati strumenti per il boot sicuro, la crittografia dei dati archiviati e l'autenticazione tramite Touch ID.
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