15/07/2011 di Redazione

Mainframe? I neo ingegneri non li conoscono

Un’indagine di CA Technologies, condotta da NetConsulting, mette in evidenza il grado di adozione dei sistemi mainframe in Italia (ancora elevato) e di conoscenza in materia delle nuove generazioni di informatici(assai poco). E torna d’attualità il proble

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I mainframe sono la spina dorsale dell’infrastruttura informatica in molte aziende. Affermazione impropria nell’era del cloud e della consumerizzazione dell’It, della virtualizzazione e del software come servizio? Neanche per sogno. I grandi server che hanno dato il là alla rivoluzione dei processi aziendali più di 30 anni fa sono ancora parecchio diffusi nelle (medio e grandi) aziende italiane ma a preoccupare non è tanto l’eventuale problema di mancanza di supporto tecnico da parte dei vendor (che tra l’altro non manca di certo, anzi) bensì il livello di conoscenza di questa piattaforma da parte dei giovani laureandi in materie specialistiche. E cioè i potenziali Chief information officer di domani.

Su questo tema ha fatto luce un’indagine commissionata da CA Technologies alla società di ricerca NetConsulting, che ha messo sotto la lente di ingrandimento 140 studenti delle facoltà di Ingegneria (30% donne e 70% uomini) e 148 figure (prevalentemente Cio e top manager) di aziende appartenenti a diversi settori.

La questione che segue la si può sintetizzare con una domanda: se il cuore operativo delle principali aziende del Paese è legato ancora ai mainframe perché chi è deputato (almeno sulla carta) a prendere in mano le redini dei sistemi informatici di queste stesse aziende è prossimo ad iniziare la propria carriera professionale senza saperne nulla o quasi?

  

I mainframe, questo dice infatti la ricerca, sono ancora oggi una risorsa chiave per i processi di elaborazione mission-critical di molte aziende e ne sono il fondamento delle loro infrastrutture tecnologiche. Certo tale entusiasmo nei confronti di questi armadi farciti di processori – nel settore Finance li utilizza attualmente ancora l’83,8% delle aziende ma sono più che discrete le percentuali di adozione nella Pa (38,5%) e nel settore Tlc e Media (30,8%) – si può anche spiegare con il fatto che sono costati cifre ingenti per implementarli e mantenerli aggiornati e quindi disfarsene non è esattamente una priorità nell’agenda dei Cio. Ma non è questo il punto.

Come la ricerca evidenzia, i mainframe sono stati per qualche decennio una palestra formativa importantissima per diverse generazioni di figure tecniche, molte delle quali oggi prossime al pensionamento. Ecco quindi la natura del problema: un ricambio di risorse e di “expertise” che, da qualche anno a questa parte, si sta rivelando insufficiente.


L’indagine di NetConsulting non fa quindi altro che confermare quanto gli addetti ai lavori sanno da tempo e quanto organismi competenti (vedi per esempio l’Isfol) hanno concretamente denunciato con i rapporti che documentano come sono cambiate e come stanno cambiando le professioni e le competenze informatiche e specialistiche. Il dato, imbarazzante, su cui ragionare, è il seguente: il 91,4% degli studenti di ingegneria dichiara di non avere conoscenze approfondite rispetto a questa piattaforma. D’accordo che all’interno dei corsi universitari, nella maggior parte dei casi, il mainframe non è oggetto di specifici piani di studio, ma in ogni caso il dato rimane, per lo meno, preoccupante.



Anche perché, come spiegano da NetConsulting, questa mancanza si riflette nelle intenzioni professionali degli stessi studenti: più della metà di quelli intervistati infatti, il 56,2% per la precisione, non sono in grado di dare una preferenza sull’opportunità di lavorare in aziende in cui siano presenti sia piattaforme mainframe che piattaforme server aperte oppure solo in contesti dove operano solo queste ultime. E la stessa incertezza si registra anche sulla mancata conoscenza (registrata in oltre il 41,1% dei casi) di quali siano i punti di forza del mainframe, se confrontato con piattaforme open.

Un gap che si può spiegare con l’intenzione, sempre rimandata, di dismettere prima o poi i mainframe e il conseguente braccino corto negli investimenti in nuove risorse umane da dedicare a piattaforma elaborativa ma che – e vogliamo continuare a parlare di innovazione, di tecnologie al servizio della crescita delle aziende e del sistema Paese e di cultura digitale - non può essere giustificabile.

Soprattutto se a colmarlo non ci pensano le strutture formative preposte (le università e i percorsi di apprendimento tecnico professionali paralleli alle Università) ma i vendor con le loro iniziative personali (vedi per esempio il programma Mainframe Academy di CA Technologies).





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