29/06/2016 di Redazione

Micro-videocamere che viaggiano nel corpo umano con la stampa 3D

Due dottorandi dell’Università di Stoccarda hanno realizzato un sistema ottico grande un decimo di millimetro e composto da un micro-obiettivo a tre lenti, fibra ottica e sensore Cmos. Si aprono nuove possibilità in campo medico, ma anche per la robotica,

immagine.jpg

Una videocamera del diametro di 100 micrometri, un decimo di millimetro, potrà viaggiare all’interno del nostro corpo per eseguire esami, o diventare l’occhio di leggerissimi droni o di automobili connesse, ancora, trasformare la capacità di visione di robot e smartphone. Sono solo alcuni degli scenari resi possibili da una conquista dell’Università di Stoccarda: un micro-obiettivo a tre lenti, delle dimensioni descritte, realizzato con la stampa laser 3D. Per operare, riuscendo a mettere a fuoco soggetti fino a una distanza di 3 millimetri, questo quasi invisibile dispositivo ha bisogno di essere collegato a un cavo in fibra ottica, anch’esso di risibili dimensioni.

Si è trattato del lavoro a quattro mani di due studenti iscritti al dottorato di ricerca, Timo Gissibl e Simon Thiele, autori rispettivamente dei micro-obiettivi fotografici prodotti con stampa 3D e del design del cavo ottico. Il prototipo in questione utilizza lenti rotonde, ma volendo sarebbe possibile stampare forme diverse, triangolari o ad anello, in base al tipo di superficie o ambiente da esplorare. Gissibl ha anche stampato delle lenti e dei micro-obiettivi direttamente su un chip fotografico Cmos, ottenendo così un sensore della grandezza di una briciola.

 

 

Incredibilmente, realizzare e testare quest’opera ha richiesto solo poche ore. “Serve meno di una giornata per passare dalla concezione dell’idea, al design delle ottiche, alla modellazione Cad, fino alla realizzazione dei micro-obiettivi stampanti in 3D”, ha commentato un professore dell’Università di Stoccarda, Harald Giessen. “Apriremo la porta a nuove possibilità, così come, anni fa, hanno fatto la manifattura computerizzata e l’ingegneria meccanica”.

Le possibilità a cui si riferisce il professore riguardano innanzitutto la medicina, dato che la micro-videocamera è abbastanza piccola da poter essere iniettata nel corpo umano con una siringa. Ma si pensa anche alla robotica, all’automotive, alla videosorveglianza e ai dispositivi mobili e indossabili. Prospettive che, tuttavia, aprono anche la porta a lecite preoccupazioni sulla privacy.

 

 

ARTICOLI CORRELATI