25/07/2011 di Redazione

MicroStrategy punta su cloud e social networks

Dalla recente convention di Montecarlo, un altro passo avanti della software house specializzata in business intelligence: ancora una volta anticipa i trend presentando un software per la connessione con Facebook e spiegando la sua strategia per il cloud

immagine.jpg

L’anno scorso, quando tutti parlavano di tablet e più in generale di mobilità, alla convention europea di Microstrategy giravano le prime vere dashboard su iPad. Non fu una sorpresa: la software house statunitense ha sempre giocato d’anticipo, capitalizzando la sua iper-specializzazione nella business intelligence e la sua agilità per anticipare i colossi dell’informatica mondiale.

Così, anche quest’anno, alla convention di luglio (tenutasi a Montecarlo) le aspettative erano elevate, e sono state puntualmente soddisfatte. Non c’è stata una focalizzazione su un singolo elemento, questa volta, ma l’annuncio di una strategia più ampia, basata su quattro “pillar”: big data, mobile computing, cloud e social media.
Quest’ultimo è stato oggetto dell’annuncio che ha destato più sensazione, sia per le tecnologie innovative sia per un’impronta vagamente consumer, di solito molto lontana dall’immagine decisamente business di MicroStrategy.

Michael Saylor, presidente e Ceo di MicroStrategy, durante i lavori di Montecarlo.



“I social network sono una fonte di dati che non può più essere ignorata”, ha detto Michael Saylor, presidente e Ceo di Microstategy, presentando al pubblico il nuovo Gateway to Facebook, un software che converte i “reticoli” del social network in una struttura dati relazionale, adatta per essere “digerita” dalle applicazioni di business intelligence, arricchendoli di informazioni utili per comprendere i gusti, il comportamento e i pareri dei potenziali clienti.

“Da oggi MicroStrategy permette alle aziende di realizzare applicazioni social-aware”, ha proseguito Saylor, “tenendo in considerazione le informazioni che le centinaia di milioni di persone iscritte a Facebook caricano quotidianamente”.

Gateway to Facebook è un software piuttosto complesso, che rende però facile lo sviluppo di applicazioni connesse al social network. Proprio MicroStrategy ha aperto la strada, sviluppando la prima App (per il momento disponibile per il mondo Apple, ma arriverà a breve anche la versione Android): si chiama Alert e permette di seguire ogni passo (ovviamente su Facebook) di marche, artisti ed eventi preferiti.

Anche se la scena di Montecarlo era occupata dai nuovi temi del cloud, del social e dei big data, la mobilità resta un capitolo fondamentale della storia recente di MicroStrategy: “Entro tre anni”, ha detto Michael Saylor nel discorso di apertura, “un miliardo di persone avrà in tasca uno smartphone (o un altro device mobile) potente almeno come l’odierno iPhone 4. Questo miliardo di persone sarà quello che deterrà potere e denaro, e che determinerà il successo o l’insuccesso di aziende e prodotti”.

Un futuro sempre più mobile, quello descritto da Saylor, con cartelle cliniche e portafogli contenuti nella memoria dei dispositivi portatili, fino a immaginare addirittura le chiavi di casa in versione “software”, che possono essere spedite via Internet al familiare o all’amico chiuso fuori dal portone se il padrone di casa è lontano dalla sua abitazione.

La BI mobile è già una realtà.



E’ un passo ancora avanti rispetto al software mobile, è il “software liquido”, uno scenario dove il dispositivo perde la sua importanza e dove il contenuto si adatta plasticamente all’hardaware. “il software liquido cambierà completamente i connotati del mercato”, ha detto Saylor, “pensiamo solamente alle applicazioni nel retail, al pagamento dei pedaggi autostradali, alle ricette mediche. Saranno tutte App scaricabili ed eseguibili dal nostro device.”

“Non dobbiamo solo preoccuparci di creare software più efficiente per l’analisi dei dati”, ha concluso Saylor, “ma anche assicurarci che i device mobili riescano ad eseguire le transazioni. Intelligenza, multimedialità e capacità di eseguire transazioni sono le tre caratteristiche del nuovo software”.

Montecarlo è stata l’occasione per chiarire a clienti e prospect che MicroStrategy crede fermamente nelle architetture cloud: “prestazioni più elevate, capacità on demand e tempi di implementazione ridotti a settimane sono i vantaggi più immediati del ricorso al cloud computing”, ha spiegato Michael Saylor nel discorso di apertura.

Un cloud a tutto campo, quello ipotizzato e realizzato dalla multinazionale, anche ricorrendo all’appoggio esterno da parte di vendor e di tecnologie selezionate, tra cui Ibm Netezza (con cui MicroStrategy costruirà il primo database per big data sul cloud), Informatica e ParAccel.

Il logo della nuova offerta MicroStrategy Cloud.



La proposta MicroStrategy Cloud, la piattaforma as-a-service introdotta proprio a Montecarlo, incorpora un po’ tutti i pilastri della software house: permetterà tempi di sviluppo più veloci (il management MicroStrategy, e i tanti clienti presenti all’evento monegasco, hanno illustrato casi in cui le applicazioni sono state rilasciate nell’arco di 48 ore) e costi inferiori ma garantirà la stessa (se non maggiore) potenza di calcolo, mobilità e scalabilità del software on-premise.

L’offerta di business intelligence su cloud comprende l’accesso illimitato alla suite di strumenti MicroStrategy, con in più la possibilità di poter utilizzare immediatamente i database tradizionali (grazie all’opzione Multiple Data Source) invece di costruire ex novo le basi di dati “sulla nuvola”.

I servizi cloud verranno erogati da vari datacenter situati in tutto il mondo, mentre il supporto tecnico è stato potenziato proprio per sostenere la crescente domanda di cloud computing da parte delle aziende.

Nel corso dell’evento, Saylor ha più volte posto l’accento sul tema della sicurezza (dei dati e delle applicazioni ma anche dei datacenter utilizzati dalla multinazionale, tutti conformi alle specifiche SAS-70 sotto il profilo “fisico”) e del risparmio: “grazie a MicroStrategy Cloud, i nostri clienti risparmieranno milioni di dollari di investimenti in hardware e risorse umane”.

Il concetto è noto: le tecnologie Rfid, i tweet, gli Sms, i dati dei Gps e l’enorme quantità di contenuti multimediali caricati sui social network rappresentano una mole di dati ingestibile da parte delle tecnologie database tradizionali. Questo naturalmente se le aziende che utilizzano i sistemi di business intelligence intendono sfruttare questa nuova miniera di informazioni.

Così, da circa un anno i vendor si stanno attrezzando per evitare ai loro clienti lo “stallo” provocato dalla brusca caduta del livello di prestazioni che si avrà certamente quando il numero di byte si avvicinerà inesorabilmente al limite fisico delle architetture di BI.

“Nel 1990 il più grande database aziendale misurava circa 200 GB”, ha detto Michael Saylor nel corso dell’evento monegasco, “oggi un bambino carica la stessa quantità di dati sui social network e su siti come YouTube ogni giorno”

Nessuno stupore, quindi, se McKinsey mette in guardia il mercato, evidenziando come a fronte di una crescita della quantità dei dati analizzabili del 60% all’anno, per gli investimenti IT sia previsto un incremento solo del 2%. Serve una discontinuità, garantita a quanto pare delle nuove tecnologie: “la versione 9.2.1 di MicroStrategy”, ha dichiarato Saylor, “garantisce tempi di risposta alle query vicini al secondo, anche grazie alla velocità di caricamento di 175 kilocicli; insomma, numeri alla mano siamo i leader nella BI ad alte prestazioni.”

La tecnologia, come l’utilizzo della in-memory BI, che permette un ricorso più frequente a memorie ad alta velocità grazie a complicati algoritmi che prevedono quali saranno i dati più utilizzati, non è però l’unica arma di MicroStrategy, che prevede (e in parte ha già realizzato) importanti partnership strategiche per affrontare il problema dei big data: Teradata, Netezza e Greenplum erano solo alcune delle aziende presenti a Montecarlo proprio per mostrare le soluzioni studiate per “aggredire” grandi moli di dati.

ARTICOLI CORRELATI