19/11/2013 di Redazione

Open source alla riscossa, e Red Hat è il leader

Una ricerca condotta da Sda Bocconi mostra come l’83% delle aziende italiane abbia adottato un qualche genere di soluzione open, quasi sempre anche all’interno di ambienti mission critical. Il vendor del cappello rosso si conferma il più apprezzato nel me

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Piacciono perché permettono di risparmiare, ma anche di innovare e di scegliere più liberamente di quali soluzioni dotarsi. Le soluzioni open source piacciono alle aziende italiane, tant’è che l’83% di esse dichiara di averle già adottate, e fra queste il 77% specifica di usarle anche all’interno di ambienti mission critical. Risultati che emergono da una ricerca condotta da Sda Bocconi su realtà lavorative medio-grandi del nostro Paese.



L’open source, inoltre, non pare essere il frutto di una scelta estemporanea, quanto piuttosto un’indicazione strategica. Tra chi già ha adottato questo tipo di approccio, l’85% lo ha fatto da più di tre anni, e  la diffusione dei software a codice aperto pare destinata ad ampliarsi ulteriormente, dal momento che l’89% degli intervistati ha previsto che la propria azienda li sfrutterà ancora di più in futuro.

Lo studio mostra anche come la presenza dell’open source si stia gradualmente estendendo in senso anche qualitativo, andando a coprire diversi ambiti dell’It aziendale. Attualmente l’area di maggior presidio è quella dei sistemi operativi server e middleware, ma gli intervistati identificano virtualizzazione, storage e cloud computing come direttrici di sviluppo future, sulle quali intensificare gli investimenti in ambito open.

L’aspetto più interessante riguarda forse le motivazioni che spingono verso l’open source. “La ricerca evidenzia l’interesse e la fiducia che le aziende italiane medio-grandi hanno verso questo fenomeno, Paolo Pasini, head della Unit Sistemi Informativi e professore Della Sda Bocconi School of Management. “Rispetto al passato, quando le aziende consideravano l’open source come un’alternativa volta ad abbattere i costi It, oggi si è riscontrato un importante cambiamento: le aziende vi ricercano altri benefici, sia tecnici sia manageriali. In particolare, la volontà di liberarsi dall’effetto lock-in è un fattore che spinge molti verso le soluzioni aperte”.

Obiettivi e requisiti della scelta open
Tra gli obiettivi che spingono verso la scelta open, la risposta più citata rimane la riduzione del total cost of ownership, ma seguono a breve distanza il desiderio di rendersi indipendenti dai fornitori e la volontà di innovazione. Tra i fattori critici che definiscono il successo di un progetto open source, gioca un ruolo importante la disponibilità di competenze tecniche adeguate, siano esse interne all’azienda o disponibili sul mercato.

“Ci sentiamo di prevedere che in futuro assisteremo a due fenomeni”, prosegue Pasini, “: da un lato le aziende modificheranno i loro modelli organizzativi per rafforzare la loro governance interna e la loro capacità di gestire le soluzioni It in logica di autonoma e di open innovation, dall’altro i player open source svilupperanno servizi sempre più qualificati per proporsi come veri e propri partner nei progetti open source delle aziende.”

Per quanto riguarda gli operatori in gioco, Red Hat si è confermata come vendor più apprezzato dalle aziende interpellate, per il suo mix di flessibilità, affidabilità, autonomia, costo e innovazione. “I risultati di questa ricerca”, ha commentato Gianni Anguilletti, country manager di Red Hat Italia, “mostrano come per un’azienda possa risultare particolarmente strategico poter contare su un modello di servizio erogato sotto forma di sottoscrizione, quale quello che storicamente offre Red Hat”.

Nell'indagine, Red Hat è stata messa a confronto con altri sette vendor


“Non solo”, specifica il country manager, “la ricerca conferma in pieno quanto stiamo dicendo da tempo, ovvero che l’open source è ormai un elemento fondamentale del tessuto economico italiano, adottato da un numero di aziende costantemente crescente e in ambiti sempre più strategici, cosa particolarmente importante per noi che regolarmente ascoltiamo le necessità dai nostri clienti per offrire loro il supporto necessario per affrontare al meglio il mercato. Infine, il fatto che all’open source vengano riconosciute qualità di innovazione e di indipendenza dai vendor è ancor più importante, perché sottolinea che chi sceglie queste tecnologie lo fa pensando al futuro, con la possibilità di ottenere vantaggi significativi già nel presente”.

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