30/08/2013 di Redazione

Posta elettronica: uno strumento anti-social?

Sul blog di Gartner, l’analista Anthony J. Bradley ha spiegato la differenza fra comunicazione e collaborazione: uno strumento come l'email, a dispetto della diffusione planetaria, può non rivelarsi efficace per entrambi gli scopi.

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È ancora il primo, più diffuso e “basico” strumento di lavoro e di comunicazione nelle aziende di tutto il mondo, da quelle più grandi e tecnologiche a quelle più piccole. La posta elettronica non sembra destinata a scomparire ancora per molto tempo, ma il tema su cui riflettere è quale possano essere i “rapporti di convivenza” con altri metodi di collaborazione fra dipendenti, collaboratori e clienti di un’organizzazione. In altre parole, l’email è social o è anti-social? Può essere utilizzata prolificamente in combinazione con gli strumenti 2.0 – come i social network aziendali e le soluzioni di Unified communication and collaboration – oppure spesso ne frena l’adozione?

A tali quesiti ha provato a risposndere un analista di Gartner, Anthony J. Bradley, in un’articolata discussione di cui vi riportiamo un estratto.



In molte aziende l’uso altamente prolifico, se non ossessivo, delle email è considerato un ostacolo all’adozione di metodi di collaborazione social o di altro tipo. Gli utenti mostrano una resistenza nei confronti di qualsiasi strumento che non sia l’email e talvolta assumono un atteggiamento protettivo, se non ostile, quando si chiede loro di farlo. Ma come si può promuovere il cambiamento ed evolvere diventando un’azienda più collaborativa e social, se non si riesce a far staccare i dipendenti dall’email?

[…]

Partiamo dallo sfatare il luogo comune secondo cui comunicazione e collaborazione sarebbero la medesima cosa: non lo sono. La collaborazione è una forma più elevata di comunicazione. Il che equivale a dire che comunicare è un requisito necessario per collaborare, mentre non tutta la comunicazione è anche collaborazione.

La comunicazione di massa è, per sua natura, di vasta portata. Il messaggio è trasmesso e ricevuto su larga scala, e il risultato è che la comunicazione è altamente frammentata. Risiede nella mente di ciascun destinatario, e il recepimento del messaggio può variare anche di molto, o anche non avvenire affattp. Per questo è molto difficile poter misurare il successo di una comunicazione di massa.

La collaborazione è qualcosa di diverso. Il prodotto, il risultato di uno sforzo collaborativo è tangibile e centrale: tutti operano per migliorare questo prodotto. Il successo dell’azione collaborativa è valutato in base all’evoluzione del prodotto, e dunque è molto più semplice da misurare.

Per capire questa differenza di può pensare al Lego. Ipotizziamo che 748 persone stiano cercando di costruire collettivamente un intercettore di Star Wars con il Lego. Ciascuno è in possesso di un mattoncino. Se dovessero lavorare insieme per assemblare la navicella, allora starebbero collaborando; il successo dell’opera sarebbe giudicato misurando l’accuratezza e la velocità con cui fossero in grado di costruire l’intercettore […].

È ironico che lo strumento di collaborazione più diffuso, l’email, non sia in effetti uno strumento di collaborazione molto efficace. È invece uno strumento di comunicazione di grande successo, al punto da essere diventato il default per le interazioni umane basate sull’It. A dispetto del fatto di essere o non essere efficace per tali interazioni.


(In successivi interventi che saranno pubblicati sul blog di Gartner, l’analista ha promesso di illustrare le caratteristiche che fanno dell’email un eccezionale meccanismo di comunicazione, ma un mezzo di collaborazione scarso).

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