29/06/2015 di Redazione

Raffica di servizi cloud di Oracle, si può competere con i grandi

La Cloud Platform si arricchisce con 24 nuovi servizi che vanno dalla gestione dei database agli archivi di dati freddi, dai Big Data alla creazione di app mobili. L’ambizione di Larry Ellison è alta: scalare la vetta della nuvola fino ad Amazon.

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I rivali di Oracle saranno sempre meno Ibm, Sap e altre fornitori di hardware ingegnerizzato e servizi di analytics, e sempre più i grandi nomi del cloud come Amazon, Microsoft e Google. La strategia già annunciata da mesi dall’azienda di Santa Clara fa un passo da gigante in avanti con l’ampliamento della Oracle Cloud Platform, offerta che già oggi gestisce 33 miliardi di transazioni quotidiane di oltre 70 milioni di utenti, attiva su 54mila device e in 19 data center del mondo (con oltre 700 petabyte di capacità storage complessiva).

Ventiquattro i nuovi servizi annunciati, attraverso i quali la società dichiara di avere “l’offerta di Platform-as-a-Service più grande al mondo”. E sebbene tecnicamente Amazon Web Services rimanga il vero colosso in termini di fatturato e clientela, la segmentazione dell’offerta ora vantata da Oracle è tale da poter rappresentare un vero e proprio punto di riferimento per le aziende.

“Oracle sta crescendo molto velocemente”, ha dichiarato Larry Ellison, executive chairman del board e Cto della società. “L’ultimo trimestre abbiamo venduto 426 milioni di dollari di SaaS e PaaS, un incremento del 200% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. È un record per il settore It, nessuno ha mai venduto così tanto in un solo trimestre. Oracle è la sola azienda in grado di fornire una suite di servizi in ogni ambito del cloud completa, integrata e standard”.

Ellison ha sottolineato come la completezza dell’offerta cloud (paragonabile a quella on premise, nonché integrabile con essa in ottica di cloud ibrido) sia un vantaggio tecnologico che “ci consente di essere molto più efficienti rispetto ai nostri competitor”.  E ha rimarcato l’aspetto della convenienza, paragonandosi ad Aws: “Il nostro nuovo servizio Archive Storage si confronta uno a uno con Amazon Glacier ma costa un decimo”, ha detto il chairman.

Con la piattaforma – promette ancora Oracle – le aziende potranno creare più facilmente nuove applicazioni per desktop o mobile, migliorare le soluzioni esistenti e trasferire facilmente in cloud i carichi di lavoro on-premise senza modifiche applicative. Dal canto loro, gli sviluppatori potranno gestire e analizzare dati, sviluppare, testare e implementare rapidamente nuove applicazioni, nonché integrare rapidamente elementi on premise e nella nuvola.

Fra le ventiquattro novità, le più importanti rispondono ai nomi di Oracle Database Cloud Exadata, Archive Storage Cloud, Big Data Cloud, Integration Cloud, Mobile Cloud e Process Cloud. Il primo è un servizio che mette a disposizione database di produzione con funzionalità, performance e livelli di disponibilità simili a quelli degli Exadata on premise; con questi ultimi, inoltre, è garantita piena compatibilità e dunque i dati possono essere spostati dall’uno all’altro ambiente senza problemi.

 

Oracle Exadata Database Machine

 

Archive Storage Cloud Service permette di custodire applicazioni e carichi di lavoro che richiedono una conservazione dei dati nel lungo termine, a fronte di un costo definito da Oracle come “il più basso del settore”. Questo tipo di archivio, anche detto “deep cloud”, è adatto per contenere data set di grandi dimensioni cui si accede raramente, come per esempio dati finanziari aziendali, archivi medici e farmaceutici, dati assicurativi. Il servizio è caratterizzato da Sla di livello enterprise, consente di accedere a documenti e data set usando Api standard, integrabili con software di archiviazione e conservazione di Oracle e di terze parti.

Big Data Cloud Service e Big Data Sql Cloud Service sono le due varianti di un servizio PaaS utile per gestire diversi tipi di carichi di lavoro e grandi voluti di dati su database Hadoop e NoSqL. Integration Cloud Service, invece, mira a  semplificare l’integrazione fra le applicazioni cloud e on premise di Oracle e di altri vendor, sia con funzionalità di integrazione native sia con suggerimenti circa le migliori procedure da seguire.

 

 

Per creare ed erogare applicazioni mobili aziendali, la novità è Mobile Cloud Service, una soluzione di cosiddetto “MBaaS” (Mobile Backend as-a-Service) che semplifica la vita degli sviluppatori, per esempio prendendo in carico l’integrazione delle app, delle Api e delle funzioni di sicurezza. Fornisce, inoltre, strumenti di analytics sull’utilizzo delle applicazioni.

Process Cloud Service, infine, è una piattaforma di automazione di processo basata su cloud che non richiede programmazione e che quindi permette al personale non tecnico di gestire il ciclo di vita dei processi di business, di monitorare gli Sla e di personalizzare le applicazioni cloud di Software-as-a-Service.

 

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