08/04/2008 di Redazione

RFID, uno sguardo da vicino a questa tecnologia

Avrete di certo sentito parlare della tecnologia RFID (radio frequency identification technology), e delle meraviglie che può fare nei campi della gestione del lavoro, del magazzino, dell'inventario, della catena di montaggio, e delle operazioni di logist

Introduzione: la tecnologia RFID


Un chip RFID Alien (vengono anche detti "toppe" o "cerotti")

Avrete di certo sentito parlare della tecnologia RFID (radio frequency identification technology), e delle meraviglie che può fare nei campi della gestione del lavoro, del magazzino, dell'inventario, della catena di montaggio, e delle operazioni di logistica. Questa tecnologia ha fatto passi da gigante negli ultimi anni, ma la strada da fare è ancora molta, prima che possa essere una vera soluzione ai problemi citati.

È un buon momento per osservare da vicino questa tecnologia, e cercare di capire dove può arrivare. Stando alle dichiarazioni della Alien Technologies, uno dei maggiori produttori di chip RFID: "L'ambiente dei lettori RFID passivi e dei chip è ancora in evoluzione, (ma) ci sono forti segnali che indicano che ci saranno progressi significativi nei prossimi anni".


Chip RFID di diverse dimensioni, e un rotolo di chip.

La tecnologia, continua

Un sistema RFID si compone di tre parti: chip, lettore e software. Un chip RFID è uno scampolo di circuito delle dimensioni di un seme, che integra un'antenna microscopica e un piccolo circuito: la sua funzione è quella di riflettere un segnale radio, inviato da un lettore che può essere lontano molti metri. Il chip, nelle sue forme, si può attaccare praticamente a qualsiasi cosa: scatole, bancali, dispositivi elettronici, fate voi. L'accoppiata cerotto-lettore si può paragonare ad un codice a barre, solo un po' più intelligente: può, per esempio, seguire il trasporto di un oggetto, che si tratti di una piccola spedizione o di un cargo diretto dall'altra parte del mondo. Il software, in questo sistema, è ciò che tiene unito il tutto.


Un piccolo lettore RFID

I vantaggi

Uno dei vantaggi principali di questa tecnologia è che fornisce costantemente dati in tempo reale, senza bisogno, o quasi, dell'intervento umano. La porta di un magazzino, o di un altro luogo di lavoro, può essere trasformata, con la RFID, in uno strumento chiave per la raccolta di dati; il caos logistico, con beni in continuo movimento, può trovare un po' d'ordine, grazie a questa soluzione. Questa tecnologia può essere utile in moltissimi campi: nell'industria dei computer, in quella automobilistica o in quella aerospaziale, ma anche in quello della vendita al dettaglio e della salute; può servire, in molti casi, ad accelerare le spedizioni e la loro precisione. Infine ma non ultimo, può risolvere i problemi di magazzino legati all'esaurimento di un articolo, o i movimenti concatenati.

I sostenitori sono molti, e di rilievo. Wal-Mart l'ha introdotta in più di 1000 negozi, per la gestione dei magazzini e degli inventari. Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti usa il RFID per gestire il movimento d'equipaggiamenti e munizioni in tutto il mondo. La Kimberly Clark la usa per tenere sotto controllo i magazzini di più di 500 negozi, mentre a Northrop-Grumman usa la tecnologia RFID per individuare danni e difetti ai costosi pezzi dei loro prodotti.


Un lettore RFID integrato in una porta, per la gestione di negozi e magazzini

D'altra parte, se giganti come Microsoft, Intel, IBM, Motorola, AT&T, Apple e HP hanno preso in considerazione la tecnologia RFID, facendo arrivare il settore specifico a 3 miliardi di dollari, possiamo star sicuri che si sta muovendo qualcosa.

Stato attuale e limitazioni

C'è, in ogni caso, tutta una serie di ostacoli da affrontare: gli alti costi di hardware e software, dati scarsi quanto alla resa degli investimenti, lettori poco precisi, e solo uno sparuto gruppo di tecnici in grado di installare e gestire un sistema. La tecnologia RFID, certamente, può essere molto "schizzinosa", quanto ai fattori da cui dipende: la collocazione dei chip, il tipo di prodotto e anche l'ambiente in cui è immagazzinato.

Non è certo una tecnologia molto versatile: un sistema montato, per esempio, per un negozio che vuole tracciare le vendite dei DVD sarà molto diverso da quello montato per una compagnia che fa trasporto pesante su gomma, quindi adattare un sistema esistente ad un fine diverso sarebbe quasi impossibile.
Installare e mettere in funzione un sistema RFID presenta sempre molte difficoltà: la fisica dei metalli, l'accuratezza delle letture, la formazione del personale e la gestione dei dati sono tutti aspetti da considerare con attenzione.


Un portale RFID con la copertura

Non sorprende, quindi, che la tecnologia RFID non abbia ancora sfondato. Un'indagine dell'Associazione delle Industrie della Tecnologia di Calcolo ha rivelato, infatti, che solo un terzo degli operatori del settore aveva adottato questa tecnologia, circa un anno fa.

Una delle ragioni principali sta nei costi. Rispetto al prezzo iniziale, un dollaro al chip, i prezzi sono scesi molto, ma siamo ancora lontani dalla soglia ideale dei cinque centesimi. Ai prezzi attuali, ha senso piazzare i cerotti solo su prodotti che hanno alti margini, o su quelli molto costosi, piuttosto che, per esempio, sulle caramelle.

Poi ci sono i lettori, che partono dai 3000 dollari, compresa installazione e calibrazione. Le spese per il software e l'integrazione nel sistema partono dai 25000 dollari, e, in base alla complessità del lavoro richiesto, possono arrivare a cifre a sei zeri. A tutto questo si aggiungono i costi di gestione e manutenzione: a conti fatti, la bolletta può essere davvero molto salata.

Secondo il Dr. Sanjay Sarma "la vera sfida è sul piano umano, e riguarda i processi. Bisogna capire che cosa fare con questi chip, e la risposta non è facile. Si tratta di uno strumento potente, per tracciare i movimenti dei beni. Abbiamo già dei processi per fare questo lavoro, ma ne cerchiamo di nuovi e migliori. Ma i cambiamenti, a volte, sono difficili da accettare".


L'interno del portale RFID ha spazio per i lettori e le antenne.

Stato attuale e limitazioni, continua

Ci sono compagnie che hanno avuto fortuna, con la RFID, come la Griva S.p.A. di Torino. È una delle compagnie tessili più importanti del mondo, è produce più di 300000 rulli di tessuto all'anno. È sempre alla ricerca di nuovi modi per rendere i propri processi più precisi ed efficaci, il che include tracciare il prodotto grezzo, mentre attraversa le diverse fasi produttive, alcune piuttosto rudi, all'interno degli stabilimenti.

In passato alla Griva usavano i codici a barre, ma avevano bisogno di qualcosa di più resistente e accurato, per il nuovo stabilimento, aperto nel 2006. Hanno scelto i chip Alien Squiggle di seconda generazione, che possono sopportare condizioni molto ostili. I lettori lavorano a 860 e 960 MHz, per tenere sotto controllo i chip. L'installatore, Simet, ha costruito anche un'interfaccia ERP, un'applicazione che s'integra con il sistema ERP della Griva, permettendo la comunicazione e il controllo dei lettori.


I rulli di tessuto della Griva si muovono all'interno dello stabilimento, controllati dai chip RFID. Il codice a barre, come potete vedere, non sempre è sufficiente

I chip RFID permettono alla Griva di gestire più efficacemente il lavoro del magazzino. Ogni rullo, grazie al chip, fornisce informazioni speficiche, come il tipo di tessuto, il peso e la lunghezza. Grazie a questa soluzione alla Griva possono gestire automaticamente il prodotto, e indirizzarlo alla destinazione corretta. Grazie a lettori collocati in punti chiave, gli operatori possono decidere in un istante se il rullo va in magazzino, oppure se deve essere spedito immediatamente al cliente.

Alla fine del processo, il sistema automatico può decidere come il rullo deve essere confezionato, e stabilire l'opzione di trasporto più vantaggiosa. Incrociando il peso del rullo e la destinazione finale, l'operatore può assemblare scatole specifiche, e preparare ogni rullo al viaggio che lo attende.

Ancora dieci anni prima del grande salto

Secondo alcuni esperti tra una decina di anni i semplici sistemi di conteggio e tracciamento si saranno evoluti in sofisticati strumenti in grado di trasmettere informazioni molto più complesse. I semiconduttori a polimeri organici potrebbero rimpiazzare il silicio nei chip RFID. La produzione, stampa, dei chip sarebbe più veloce ed economica, e i prodotti sarebbero più durevoli. Il prezzo, inoltre, potrebbe finalmente arrivare a 5 centesimi per chip, o anche meno.

I produttori stanno riducendo le dimensioni dei componenti, condensando il tutto in un chipset: in questo modo i lettori sarebbero meno costosi e più facilmente trasportabili. Le ricerche procedono anche nel campo della resistenza, per creare sistemi in grado di resistere a calore, pioggia e polvere.

Nel futuro della tecnologia RFID c'è anche il controllo vocale. Al momento un chip RFID non può dire al lettore che cosa fare con un prodotto, ma solo identificarlo. La combinazione con chip più avanzati, in grado di contenere più informazioni, renderebbe questi prodotti molto più interessanti. Combinando controllo vocale e RFID un operatore potrebbe sapere immediatamente se in un lotto ci sono gli articoli giusti, oppure se un certo articolo è terminato o se è già stato ordinato. Virtualmente, si elimina la possibilità di spedire prodotti sbagliati o scaduti.

Secondo il Dr. Bill Hardgrave, direttore del Centro di Ricerca RFID dell'Università dell'Arkansas "il mantra di questa tecnologia è più piccolo, migliore è più economico, ed è questa la direzione in cui ci stiamo muovendo".

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