Si può essere “green” anche se il cuore della propria attività riguarda la stampa. Ricoh, come altri suoi concorrenti, da anni sta allargando i confini del business oltre le stampanti, fino all’imaging e alla gestione documentale e dei flussi di lavoro. Questo, insieme all’aver applicato alle pratiche aziendali il più possibile i principi del rispetto all’ambiente, ha consentito alla società giapponese di ottenere alcuni riconoscimenti da due osservatori imparziali.
Il primo è RobecoSam, una società di investimenti (svizzera, ma multinazionale) che valuta le aziende in base a criteri di sostenibilità. Fra le altre cose, realizza ogni anno un Sustainability Yearbook in cui sono citati i player di ciascun mercato più eco-friendly e quelli che applicano la migliore responsabilità sociale. Per le valutazioni, RobecoSam si attiene ai criteri del Dow Jones Sustainability Indices.
Nella sua categoria, quella di “computer e periferiche ed elettronica per l’ufficio”, Ricoh ha ottenuto i punteggi più elevati per quanto riguarda quattro indicatori (due economici e due ambientali): innovation management, protezione della privacy, strategia climatica e sistemi/policy ambientali. All’azienda di printing e gestione documentale sono stati attribuiti due riconoscimenti “Gold” e cinque “Silver”.
Un “bollino d’oro” è poi arrivato in casa Ricoh direttamente dalla società di rating specializzata in sostenibilità EcoVadis. In una recente survey, ha preso in esame 110 aziende catalogabili come fornitori, dislocate in 110 Paesi e operanti in 150 settori. Le variabili considerate nella valutazione comprendono l’impegno ambientale, le condizioni di lavoro offerte ai dipendenti, la trasparenza e correttezza del business e la gestione della supply chain. Ricoh è stata inserita nelle imprese valutate “top”, corrispondenti al 5% di quelle incluse nell’indagine.