Se Apple punta su Samsung per l’approvvigionamento dei pannelli Oled per i propri iPhone 8, Google si rivolge a Lg. Secondo diverse fonti sudcoreane e taiwanesi, il colosso di Mountain View avrebbe approvato un investimento di circa 880 milioni di dollari (mille miliardi di won) in Lg Display per sostenere l’inaugurazione di due nuove linee di produzione di schermi a Led organici. I componenti verrebbero usati da Google per la nuova generazione di smartphone Pixel, in arrivo probabilmente in autunno. Lg è già impegnata nella produzione di pannelli curvi per i propri orologi intelligenti e per gli Apple Watch. Non è però chiaro, vista anche la confusione generata dai termini utilizzati dalla stampa statunitense, se i display realizzati saranno curvi o effettivamente flessibili.
Diverse testate usano infatti in modo esplicito la parola “flexible”, ma a livello semantico questo implicherebbe che i prossimi Pixel siano effettivamente pieghevoli, eventualità che almeno oggi sembra molto poco probabile. Più credibile che Google voglia utilizzare display curvi come, per esempio, quelli implementati nelle ultime generazioni di Samsung Galaxy S rimanendo sulla stessa tecnologia organica già sfruttata per la prima generazione di smartphone.
Secondo la testata sudcoreana Etnews, la somma di denaro messa sul piatto dal colosso di Mountain View potrebbe anche aumentare nelle prossime settimane, in quanto Lg sta al momento valutando la proposta. Ma l’investimento sarebbe sufficiente comunque per avviare due linee di produzione, la E5 già nella seconda metà del 2017 e la E6 l’anno prossimo dedicate espressamente a device di piccole e medie dimensioni.
Se l’accordo non dovesse mai concretizzarsi Google non potrebbe fare altro che rivolgersi a Samsung, che come detto utilizza Oled curvi da tempo. Ma il chaebol, oltre a dover sostenere la produzione per i propri dispositivi, avrebbe firmato un contratto di fornitura anche con Apple. Si rumoreggia infatti da tempo che l’iPhone 8 verrà dotato di schermi curvi e Samsung avrebbe ricevuto l’ordine di produrne, almeno inizialmente, ben 70 milioni di unità.