01/02/2018 di Redazione

Sec e Dipartimento di Giustizia indagano sugli iPhone rallentati

Apple è stata interrogata dalle due autorità statunitensi in seguito all'apertura di una nuova indagine sulla questione degli aggiornamenti di iOS, veicolo di un calo di prestazioni dello smartphone. L'ipotesi, secondo indiscrezioni, è che siano state vio

immagine.jpg

La vicenda del rallentamento “ad arte” degli iPhone è tutt'altro che chiusa. Le argomentazioni di Tim Cook, a difesa delle buone intenzioni incluse negli aggiornamenti di iOS e nel throttling, non sono bastate alla Security Exchange Commission né al Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti: le due autorità hanno aperto un'indagine per capire “se Apple abbia violato leggi sulla sicurezza” e hanno “chiesto informazioni all'azienda”. Secondo le fonti anonime di Bloomberg, nota risorsa di indiscrezioni attendibili, a carico della società di Cupertino ci sarebbe un'ipotesi di reato ben più grave del sospetto di obsolescenza programmata di cui si era discusso settimane fa. Per tale sospetto si è mosso, fra l'altro, anche l'Antitrust nostrano, avviando in parallelo due indagini su Apple e su Samsung.

A detta delle fonti, l'inchiesta della Sec e del Department of Justice è ancora in fase iniziale ed è troppo presto per dedurre se possa o meno sfociare in un provvedimento. Al momento, dopo aver ascoltato alcune persone interne a Apple, gli investigatori stanno passando al vaglio le dichiarazioni pubbliche fatte dall'azienda in merito alla questione. I rallentamenti di prestazioni degli iPhone sottoposti ad aggiornamento software hanno certo creato frustrazione negli utenti, ma potrebbero aver causato conseguenze ulteriori. In particolare, chi sta indagando ipotizza che “l'azienda possa aver fuorviato gli investitori a proposito delle prestazioni dei telefoni più vecchi”. Non è esattamente chiaro, invece, da dove derivi il dubbio di una violazione delle leggi sulla sicurezza statunitensi.

Di certo, finora, c'è solo la tenacia di Apple nel difendere la propria buona fede. “Abbiamo ricevuto domande da alcune agenzie governative, alle quali stiamo rispondendo”, ha comunicato una portavoce della società, ribadendo che essa “non ha mai e mai farebbe nulla di intenzionale che possa accorciare la vita dei prodotti Apple o deteriorare l'esperienza d'uso per stimolare gli upgrade”.

 

 

Nel frattempo si attende, come da primesse di Tim Cook, l'aggiornamento di iOS 11 con cui i possessori di iPhone potranno, a loro rischio e pericolo (il surriscaldamento della batteria e lo spegnimento improvviso del telefono, secondo l'argomentazione della Mela), disattivare il throttling. A proposito di iOS, ieri è giunta anche la notizia dell'esclusione di iOS 11.2, iOS 11.2.1, e iOS 11.2.2 dalla lista delle versioni ripristinabili dall'utente: Apple ha tolto la firma a queste release, ovvero di fatto le ha “sigillate”. Questo significa che continueranno a funzionare sugli iPhone dove siano attualmente installate, ma che non è più possibile eseguire il downgrade a una di tali versioni. È probabile che questa mossa risponda alla volontà di spingere l'ultimo aggiornamento della piattaforma, iOS 11.2.5, rilasciato la scorsa settimana includendovi miglioramenti dell'assistente virtuale Siri e correzioni di bug.

 

ARTICOLI CORRELATI