03/12/2010 di Redazione

Sicurezza: evitare casi come WikiLeaks

McAfee indica alcuni consigli pratici per la protezione dei dati sensibili e per il controllo del flusso di dati da e verso la rete aziendale, per evitare che casi come quello WikiLeaks si ripetano.

WikiLeaks (Su Wikileaks i manuali segreti dell'esercito UK) è ancora in primo piano con la minaccia di pubblicare documenti riservati di una grande banca americana, e in generale sta facendo tremare il mondo, ma ciò che accade può stimolare anche una seria riflessione sulla sicurezza informatica. Pare infatti che i dati che vengono pubblicati dal sito siano stati facilmente trafugati da un impiegato infedele, che li avrebbe salvati su semplici CD-ROM.

“ E’ la dimostrazione di una delle tesi che da sempre sosteniamo: la vera “falla” della sicurezza informatica , prima ancora che i sistemi, è la persona, il dipendente, che volontariamente o meno apre la porta ai pirati. Oppure che, come in questo caso, deliberatamente li copia per farne un uso improprio  – ha dichiarato Mirko Gatto, dell’Osservatorio Nazionale per la Sicurezza Informatica –

Da un sondaggio da noi fatto realizzare appositamente, emerge che il 97% del campione è certo che i dipendenti non salvino i dati dell’azienda senza autorizzazione. Ma i dati dimostrano invece che si tratta di un fenomeno ben più diffuso: il 5% delle aziende che sono state colpite da attacchi informatici hanno scoperto che il danno deriva o da un uso fraudolento dei dati da parte di dipendenti o collaboratori o da disattenzione “colposa”.

La sicurezza dei dati è un problema da non perdere mai di vista


Addirittura il 100% delle aziende che non hanno nessun sistema di prevenzione del fenomeno del download non autorizzato dichiara che non se ne preoccupa perché “ha fiducia nei dipendenti. “ La fiducia è una bella cosa, indispensabile in una azienda. Ma se i dipendenti o i collaboratori sono numerosi, ecco che affidarsi solo all’onestà ed alla buona fede non è sufficiente. Se poi in questo periodo di crisi il dipendente tema un licenziamento, oppure ha motivi di risentimento verso l’azienda a causa di ritardi di pagamento o per ricorsi a cassa integrazione…”

Il 17% delle aziende colpite dichiara che il danno è stato elevato. “ Se persino il Governo degli Stati Uniti è stato colpito immaginiamo cosa potrebbe succedere ad una azienda, in particolare se fossero piratati dati sulla ricerca e l’innovazione, sulle strategie aziendali o il settore commerciale, con i dati dei clienti attuali, di quelli passati e di quelli potenziali. – ha continuato Gatto – Si tratta di costruire
una cultura imprenditoriale di maggiore consapevolezza. Pensare per tempo a sistemi di sicurezza che permettano di evitare download non autorizzati costa poco e permette di evitare danni che potrebbero essere notevoli. Dovrebbero pensarci anche dalle parti di Washington..”.

 
John Dasher di McAfee, nel suo blog ufficiale ha pubblicato alcuni consigli su ciò che le organizzazioni dovrebbero fare per impedire la perdita dei dati, ecco le sue dichiarazioni.  “La tecnologia viene in aiuto delle aziende con soluzioni appositamente studiate per la prevenzione della fuoriuscita di dati riservati. Le soluzioni DLP consentono alle organizzazioni di evitare che le informazioni critiche escano dalle loro reti, osservano i flussi delle informazioni e chi le invia, in modo che le aziende possano prendere provvedimenti. La tecnologia McAfee DLP Capture è in grado di mettere l’intero processo di business sotto i riflettori e fornisce strumenti senza precedenti per le indagini. Naturalmente, una buona protezione dei dati comprende anche altre tecnologie DLP quali crittografia, controllo dei dispositivi, controllo degli accessi, eccetera.

Naturalmente, la tecnologia da sola non può risolvere il problema. Mentre i reparti IT potrebbero essere in grado di proteggere i dati riservati che siano chiaramente identificabili (come numeri di carte di credito, numeri delle tessere sanitarie e altre informazioni di identificazione personali), non sono generalmente in grado di identificare le informazioni che stanno alla base del successo dell’azienda e ne assicura la sua stessa sopravvivenza - la sua proprietà intellettuale. Proteggere le informazioni sensibili è veramente un problema di business, piuttosto che un problema puramente tecnologico.
Non sono sicuro che la divulgazione anticipata da WikiLeaks sarà in rado di far crollare un istituto finanziario, ma dovrebbe far riflettere quelle organizzazioni che non hanno ancora implementato una strategia di protezione dei dati.”


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