11/07/2013 di Redazione

Social business, i due volti di un mondo nuovo

Da un lato le attività di engagement e di analisi sui dati dei consumatori, dall’altro le piattaforme che permettono nuove forme di collaborazione fra i dipendenti di un’azienda. Le aziende italiane alimentano entrambi i filoni di sviluppo dell’approccio

immagine.jpg

Due parole che racchiudono attività e obiettivi diversi: è un mondo complesso quello del social business, un approccio che sta portando all’interno delle aziende i modelli collaborativi e le interazioni tipiche del Web 2.0. Il pensiero va, naturalmente, a luoghi virtuali sempre più utilizzati per fare marketing e per raccogliere dati su consumatori e clienti, come Facebook, Twitter e YouTube. Ma anche ad applicativi che agevolano lo scambio di idee e la collaborazione fra dipendenti di un’azienda.

Da un recente sondaggio condotto da Avanade è emerso come, grazie all'adozione delle tecnologie sociali, il 53% dei dipendenti intervistati sia in grado di reperire le informazioni desiderate più velocemente; il 48% ha ottenuto vantaggi in termini di maggiore facilità di collaborazione con clienti, partner esterni e fornitori; il 43% è riuscito a sviluppare nuove idee collaborando con i colleghi.

A che punto sono le aziende italiane in questo percorso? Ne abbiamo parlato con Alberto Casu, collaboration service line lead di Avanade Italy.


Sulla base della vostra attività, quali vi sembrano essere i principali punti di interesse delle aziende italiane rispetto al social business?

Esistono due ambiti separati, che tipicamente denominiamo “social engagement and analytics” ed “enterprise social collaboration”. Il primo è correlato a tutte le attività di social engagement e monitoring svolte dai clienti attraverso i social network pubblici. Questo canale ricopre estremo interesse per le aziende, che hanno tra gli obiettivi l’aumento delle vendite e il mantenimento della propria clientela. Quest’area è in continuo sviluppo, poiché le aziende cercano attraverso essa di migliorare l’interazione con i propri clienti con logiche multi-canale: le preferenze espresse in rete possono essere, infatti, utilizzate per misurare le attività di marketing o lo sviluppo di un prodotto, al fine di raccogliere dati utili alla propria azienda. Sicuramente questo non rappresenta un ambito nuovo, ma continua a generare interesse ed è un trend in evoluzione in tutte le aziende focalizzate sul B2C.

In ambito aziendale, il dato è certamente in crescita: il valore fornito ai propri clienti passa anche attraverso processi di miglioramento che coinvolgono la comunicazione e le interazioni sociali tra colleghi all’interno dell’azienda e che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi in termini di produttività e partecipazione aziendale.

Inoltre, la creazione di un ambiente sia fisico che virtuale che sia in grado di supportare la condivisione e la collaborazione all’interno dell’azienda è ritenuta, anche da molte aziende italiane, sempre più importante: questo è quello che in Avanade chiamiamo “work redesigned”, ovvero l’applicazione di approcci differenti alla realizzazione di processi collaborativi. Questa nuova vision deve fornire un’esperienza utente adatta alle esigenze che i dipendenti hanno maturato dall’utilizzo delle tecnologie consumer e che ora vogliono vedere applicate anche al contesto aziendale, mediante l’implementazione di processi flessibili, utilizzabili in mobilità, che mettano l’utente al centro della progettazione.

Quante aziende implementano con piattaforma standard e quante, invece, scelgono di svilupparne una specifica?  

Come riportato da una recente Global Survey  commissionata da Avanade, mentre l’utilizzo delle piattaforme social consumer (come Facebook e Twitter) permane anche all’interno dell’azienda, esiste un trend in crescita nell’adozione di piattaforme che coniughino gli aspetti di social collaboration a quelli di condivisione e collaborazione tra i dipendenti. Vengono sempre più richiesti ambienti che siano in grado di fornire un’integrazione con la condivisione di documenti, la possibilità di condividere best practice, di group editing e di ricerca della knowledge aziendale, progettati per l’enterprise e integrati alle policy e alle tematiche di sicurezza aziendale. Questi ambienti, in molti casi, evolvono verso una collaborazione che coinvolge al contempo l’interno e l’esterno dell’azienda, integrandosi in un ambiente che include anche clienti e fornitori.

La scelta attualmente sta ricadendo su piattaforme standard leader di mercato, che evitano importanti personalizzazioni o la logica di costruzione di una “propria” piattaforma social. Lo scenario tipicamente preferito per la scelta della piattaforma rimane quello interno all’azienda ma si registra un deciso interesse verso scenari cloud, fortemente tenuti in considerazione quando si tratta di semplificare le interazioni con l’esterno (partner, fornitori).


Con quali motivazioni e aspettative le aziende si rivolgono a voi per un loro progetto di social business?

Le motivazioni che spingono le aziende a rivolgersi ad Avanade riguardano principalmente la necessità di allineare investimenti tecnologici già effettuati attraverso il consolidamento di piattaforme già in essere – aggiornandole alle versioni recenti –  al fine di poter trarre evidenti benefici economici.

A questo si aggiunge la volontà di integrare informazioni, dati e interazioni tra i colleghi in un ambiente che sia il più possibile omogeneo e integrato.

Infine, gioca un ruolo importante la profonda expertise che Avanade ha realizzato nel corso degli anni e che consente ai nostri clienti di sfruttare i benefici che le nuove tecnologie apportano. Il supporto di Avanade risulta fondamentale nel calare queste nuove tecnologie all’interno del contesto aziendale, indirizzando importanti tematiche di adozione e transizione dei comportamenti aziendali.


scopri altri contenuti su

ARTICOLI CORRELATI