14/11/2014 di Redazione

Switch e Stati Uniti trainano Cisco, trimestre a luci e ombre

Nell’ultimo quarter le entrate della compagnia sono cresciute dell’1% rispetto a un anno fa, fino a 12,25 miliardi di dollari. Gli ordini provenienti dalle aziende Usa sono saliti del 7%, mentre questioni valutarie rallentano la domanda da Cina, Russia e

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Cisco esce vincente dall’ultimo trimestre, ma rallentata nella sua corsa da una serie di ostacoli. Con un incremento delle entrate limitato all’1%, nel confronto tra il primo quarter dell’anno fiscale 2015 e il primo del 2014, il risultato complessivo trimestrale è rimasto pressoché stabile, crescendo appena da 12,09 miliardi di dollari a 12,25 miliardi. Sotto questo numero riassuntivo si nascondono dinamiche diverse, e non sempre soddisfacenti. “Questo è stato il più forte primo trimestre fiscale di sempre in termini di entrate, reddito operativo non-Gaap e utile per azione non-Gaap”, ha commentato in una nota il presidente e Ceo, John Chambers, senza però citare il calo del 2%, anno su anno, dell’utile netto (1,8 miliardi di dollari).

Gli utili per azione, in ogni caso, sono cresciuti intorno al 2% fino a un valore di 0,54 dollari, appena superiore alle stime degli analisti. “Continuiamo a progredire verso l’obiettivo di diventare la prima compagnia It al mondo”, ha proseguito, ambiziosamente, l’amministratore delegato. “Siamo ancora in un contesto difficile, ma osserviamo tendenze incoraggianti attraverso la progressiva digitalizzazione di città, aziende, enti governativi e scuole”.

I risultati del trimestre hanno subito la pesante influenza dello scenario macroeconomico internazionale. Mentre gli ordini provenienti dalle aziende statunitensi, nel confronto anno su anno (primo quarter fiscale 2015 vs primo quarter 2014), sono aumentati del 7%, la somma di quelli provenienti da Cina, Russia, Brasile e Sud Africa ha segnato un calo del 6% (con il forte -33% cinese) per effetto delle incertezze create dalle fluttuazioni valutarie e da fattori geopolitici.

Switch della serie Nexus 9000

 

Il bilancio è sicuramente positivo per la parte di offerta più innovativa, come i router e gli switch introdotti negli ultimi mesi. La strategia di software-defined networking inizia a fruttare, come dimostra la crescita degli acquisti della recente serie Nexus 9000 (+50% fra un trimestre e l’altro). “Se si confrontano questi risultati con quelli di Ibm e Oracle”, ha sottolienato l’analista Daniel Ives di Fbr Capital Markets, “è chiaro che Cisco si sta muovendo nella giusta direzione. Chambers continua a essere il prestigiatore di un equilibrio fra crescita e profittabilità, e credo che gli vada riconosciuto questo merito”.

A proposito di equilibri, nel trimestre scorso la società ha annunciato il taglio di circa 6mila dipendenti, ovvero l’8% della propria forza lavoro, come parte del piano di ristrutturazione in atto. “L’azienda ha fatto un buon lavoro relativamente al taglio dei costi”, ha commentato Ives. Un altro cambiamento che osserveremo nell’immediato riguarderà la dirigenza dell’azienda: l’executive vice president e direttore finanziario, Frank Calderoni, lascerà Cisco (con dimissioni effettive dal 1 gennaio dell’anno prossimo) per essere rimpiazzato Kelly A. Kramer, attuale senior vice president delle divisioni business technology e operations finance.

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