23/04/2018 di Redazione

Tira e molla sulla vendita di Toshiba Memory, ma l'accordo è in piedi

Smentita e poi controsmentita per l'accordo di cessione (per 18,5 miliardi di dollari) al consorzio guidato da Bain Capital. Il venditore si è detto ancora interessato.

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Toshiba è finalmente sul punto di dire addio alle sue memorie, anzi no, anzi sì. La tiritera sembra doversi assestare sull'affermazione, salvo ulteriori smentite. Nei giorni scorsi era circolata dalla testata giapponese Mainichi e poi ripresa da Reuters la notizia secondo cui l'accordo di vendita di Toshiba Memory (ex divisione della casa madre poi esternalizzata in una società a sé stante) dovesse sfumare in un nulla di fatto.

La società produttrice di memorie flash già da mesi era considerata ormai proprietà della cordata guidata da Bain Capital, che con Toshiba aveva faticosamente patteggiato un valore in yen corrispondente a circa 18,5 miliardi di dollari, spuntandola sugli altri pretendenti (Western Digital e la cinese Foxconn). Per tradursi in realtà, la manovra di acquisizione già firmata avrebbe dovuto ottenere il via libera dell'autorità antitrust cinese. E per l'accordo c'era una deadline: il 31 marzo.

A detta del Mainichi, però, Toshiba non soltanto non avrebbe ottenuto tale via libera, ma sarebbe “giunta alla decisione di non aver bisogno di vendere, non trovandosi più in stato di insolvenza”. A dare una qualche credibilità a un'indiscrezione priva di fonte, il fatto che effettivamente la produzione di memorie rappresenti un vanto per Toshiba, trattandosi di prodotti molto innovativi e fortemente richiesti dal mercato. L'idea di vendere nasceva dunque dalla necessità di saldare un profondo rosso pulirennale, da diversi miliardi di dollari.

Ora la smentita della smentita: Toshiba Corporation ha fatto sapere di essere ancora intenzionata a completare l'operazione di vendita, attesa in tempi brevi. Il benestare dell'antitrust cinese, atteso ora entro il 28 maggio, è l'incognita ancora in gioco. Sembra dunque che ancora non si possa mettere un punto fermo in chiusura di una vicenda travagliatissima.

 

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