14/02/2012 di Redazione

Ue e Usa: via libera con riserva a Google Motorola

La Commissione Europea e il Dipartimento di Giustizia statunitense hanno dato l'approvazione alla casa di Mountain View per perfezionare l’operazione da 12,5 miliardi di dollari annunciata lo scorso agosto. Entrambi gli enti regolatori però terranno sotto

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In casa Google hanno sicuramente accolto la doppia notizia con soddisfazione. Del resto un’acquisizione da 12,5 miliardi di dollari non è cosa da tutti i giorni e neppure incassare il via libera dai due principali organismi di Europa e Stati Uniti deputati a vigilare sulla concorrenza, la Commissione europea e il Dipartimento di Giustizia Usa.

L’acquisizione da 12,5 miliardi di dollari di Motorola Mobility può quindi perfezionarsi e Mountain View entrare in possesso dei circa 25mila brevetti (di cui però solo una parte rilevanti) facenti parte degli asset detenuti dal produttore americano. E dal quartier generale di Google gonfiano ovviamente il petto parlando di un’operazione che “aiuterà a potenziare Android e aumenterà l’offerta per i consumatori grazie ad un’innovazione tecnologica più rapida”.


Se l’organo federale americano ha avvalorato in modo convinto il semaforo verde della Ue sottolineando come “è improbabile che questa fusione ostacoli in maniera sostanziale la concorrenza” va invece rimarcato come le autorità di regolamentazione di Bruxelles abbiano dato la loro approvazione con un duro monito: Google, questo il nocciolo della questione, non potrà utilizzare alcuni brevetti per intentare causa contro altre società del settore.

E vanno archiviate altresì con attenzione le dichiarazioni del Commissario europeo Joaquin Almunia, che ha motivato la decisione di approvare la transazione “perché, dopo attento esame, non sono emersi problemi per la competizione” ma fatto sapere chiaramente come “continueremo a monitorare la situazione”. Come dire: che Google si porti pure a casa le tecnologie di Motorola ma non per scatenare un altro capitolo della guerra dei brevetti abusare del corposo portafoglio di proprietà intellettuale acquisita. Altrimenti interverranno, e si può intuire duramente, gli organi antitrust, che sotto sotto volevano forse bloccare l'acquisizione non trovando però motivi validi per farlo.

Nel comunicato del Dipartimento di Giustizia statunitense si legge che sono stati analizzati a fondo gli impegni dichiarati da Google, Apple e Microsoft sul rispetto delle licenze, ma "gli impegni sottoscritti da parte di Apple e Microsoft lasciano pensare al pieno rispetto degli accordi Frand (Fair, reasonable and non discriminatory) per la cessione in licenza di brevetti a condizioni eque, ragionevoli e non discriminatorie.

Gli enti regolatori sembrano fortemente preoccupati dall'eventualità che Google possa usare i brevetti Motorola per attaccare i concorrenti chiedendo tariffe di licenza ingiustificatamente elevate, nel tentativo di difendere l'ecosistema Android dagli attacchi della concorrenza. Il punto è che nessuno finora ha indicato in modo inequivocabile quale sia la cifra equa. Apple si è rifiutata di pagare a Motorola il 2,25% del prezzo di vendita degli iPhone e ha chiamato in causa l'UE elencando una serie di consigli per cambiare la normativa sulle licenze correlate ai brevetti.

A Cupertino, in buona sostanza, chiedono a gran voce di definire meglio i prezzi delle tariffe Frand mentre è un dato di fatto che nei 17.000 brevetti acquisiti da Motorola ce ne sono centinaia etichettati come “essenziali” per le tecnologie di comunicazione wireless. Per questo il Dipartimento di Giustizia avverte in una nota che "non esiterà ad adottare le misure necessarie per fermare qualsiasi utilizzo anticoncorrenziale dei diritti Frand".

Google, da parte propria, non ha tardato a far sentire la propria ragione: "da quando abbiamo annunciato il nostro accordo per l'acquisizione di Motorola Mobility lo scorso agosto, molti ci hanno interrogati sul fatto che i suoi brevetti essenziali continuassero ad essere concessi in licenza a condizioni Frand una volta chiusa la transazione. La risposta è semplice: lo faremo". La battaglia legale che vede contrapposta Motorola ad Apple e Microsoft non lascia però adito a molto ottimismo.

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