17/12/2015 di Redazione

Whatsapp bloccato in Brasile: “Non ha collaborato con la polizia”

Un tribunale verdeoro ha deciso di disattivare il servizio di messaggistica per 48 ore, con effetto dalla mezzanotte di ieri. L’azienda non avrebbe fornito alle forze dell’ordine i dati di alcuni utenti coinvolti in un’indagine sul narcotraffico. Ma, diet

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Da oltre dieci ore il servizio di messaggistica istantanea Whatsapp non è più accessibile in tutto il territorio brasiliano. Si parla di circa 8,5 milioni di chilometri quadrati di territorio su cui non sarà possibile, almeno fino a sabato, inviare né messaggi di testo né audio. Insomma, niente di tutto quello che altre centinaia di milioni di utenti sono ormai abituati a fare quotidianamente. Ma questa volta non c’entrano i disservizi tecnici: Whatsapp è stato bloccato in seguito a un’ordinanza emessa da un tribunale verdeoro, che ha obbligato le compagnie telefoniche locali a negare l’accesso ai servizi perché, secondo il giudice, l’azienda non avrebbe collaborato in maniera sufficiente con la polizia brasiliana, rifiutandosi di passare informazioni su alcuni utenti coinvolti in un’indagine sul narcotraffico che coinvolgerebbe la principale organizzazione criminale del Paese, il Primeiro Comando da Capital. Secondo la Reuters, i trafficanti avrebbero utilizzato il servizio per passarsi informazioni sullo spaccio, in modo da non essere intercettati dalle forze dell’ordine.

La decisione del tribunale arriva dopo due sollecitazioni spiccate dalla stessa corte brasiliana: la prima, risalente al 23 luglio scorso, aveva esposto il caso all’azienda titolare del servizio, dal 2014 in mano a Facebook. La seconda era stata inviata il 7 agosto seguente, accompagnata da una multa. L’immobilità di Whatsapp sul caso avrebbe fatto optare il tribunale per il blocco totale dell’applicazione.

Ovviamente, le reazioni dei boss della società non si sono fatte attendere. “Ci dispiace assistere a questa miope decisione di impedire l’accesso a Whatsapp, uno strumento di comunicazione da cui molti brasiliani ormai dipendono”, ha scritto il creatore dell’applicazione, Jan Koum, su Facebook. “È triste vedere il Brasile isolarsi dal resto del mondo”. Ma non è mancato nemmeno il commento di Mark Zuckerberg, che ha sborsato quasi 22 miliardi di dollari per acquisire uno dei più popolari strumenti di comunicazione istantanea al mondo.

 

 

“Questa notte un giudice brasiliano ha bloccato Whatsapp per oltre cento milioni di persone”, ha sottolineato Zuckerberg sul social network blu. “Stiamo lavorando duramente per far sì che questa situazione cambi. Fino a quel punto, Facebook Messenger è ancora attivo e può essere utilizzato come alternativa. È un giorno triste per il Brasile, perché fino a oggi il Brasile è stato un alleato nella creazione di un Internet aperto. I brasiliani sono sempre stati tra le persone più entusiaste nel condividere la propria voce online”.

Zuckerberg punta poi alla protezione dei dati personali, elemento sacro e inviolabile (almeno dal punto di vista teorico) per tutti i servizi di questo genere, che ospitano sui propri server ogni giorno miliardi di messaggi e file condivisi da ogni angolo del globo. Tra i commentatori, c’è chi avanza sospetti di una possibile attività di lobbying da parte delle telco verdeoro, che da diversi mesi stanno cercando di convincere il governo di Brasilia che le telefonate via Voip di Whatsapp sono un servizio non regolamentato a sufficienza e quindi, sostanzialmente, illegali.

Il successo della piattaforma di messaggistica nell’enorme Stato sudamericano è innegabile. Whatsapp è la singola applicazione più utilizzata nel Paese, con circa 93 milioni di utenti attivi e trova spazio nel 93% dei dispositivi connessi alla rete. Un boom facilitato anche dai costi quasi insostenibili di tariffe e abbonamenti: secondo l’International Telecommunications Union, infatti, il Brasile detiene il record delle sottoscrizioni mobili più care al mondo, con prezzi che possono anche essere il triplo di quelli statunitensi o il quintuplo di quelli spagnoli.

 

Le telco brasiliane si oppongono alle telefonate Voip di Whatsapp

 

Ma la storia potrebbe non finire qui e offrire ulteriori risvolti negativi. Secondo Techcrunch nelle aule del Parlamento verdeoro starebbe circolando una bozza di legge che consentirebbe al governo di intervenire anche sui contenuti postati in Rete, spiando i cittadini. Lo scopo della norma, voluta a quanto pare dall’ala più conservatrice del Congresso brasiliano, che alle elezioni di inizio 2015 ha preso il sopravvento malgrado il governo sia di matrice progressista, sarebbe quello di demolire l’avanzato pacchetto approvato nel 2014 sulla regolamentazione del Web nel Paese: un framework noto come Marco Civil da Internet che protegge la net neutrality, la privacy degli utenti e la libertà di parola.

 

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