24/07/2010 di Redazione

WORKPAD, made in Italy contro le catastrofi

C'è un grande apporto dell'esperienza italiana nel progetto WORKPAD finanziato dalla Comunità Europea e diventato strumento di riferimento per coordinare gli interventi in caso di catastrofi naturali, incendi boschivi, alluvioni. La Regione Calabria e la

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Il programma di ricerca WORKPAD, finanziato dall'Unione europea, è giunto a compimento lo scorso anno con il forte coinvolgimento di ricercatori italiani, aziende e strutture di protezione civile.

Ora la Commissione Europea, per bocca della commissaria Neelie Kroes, ha inserito il progetto come esempio di tecnologia da diffondere e propagare in Europa. La Regione Calabria e la Repubblica Ceca pensano di adottarlo come strumento utile per coordinare i servizi di emergenza in caso di disastro naturale.

Pentidattilo, il paesino calabrese abbandonato dopo un terremoto, teatro della sperimentazione di WORKPAD


Dozzine di banche dati di diverse organizzazioni possono essere, grazie a WORKPAD, interconnessi in modo da migliorare i tempi di risposta ed evitare la duplicazione degli sforzi. Un punto di raccolta centrale riceve e trasmette informazioni a tutte le équipe di pronto intervento sul posto così da contribuire a salvare più vite umane in modo veloce ed efficiente.

La Commissaria europea per l'agenda digitale e vicepresidente della Commissione, Neelie Kroes, ha dichiarato: "In caso di terremoto, d'incendio boschivo o d'inondazione, dobbiamo utilizzare tutte le risorse a nostra disposizione al fine di salvare il maggior numero possibile di vite umane e fornire servizi di pronto soccorso. I fondi UE per la ricerca hanno contribuito allo sviluppo di uno straordinario strumento informatico grazie al quale le operazioni di pronto intervento vengono ulteriormente migliorate e velocizzate. È in questo modo che la ricerca e l'innovazione partecipano alla costruzione dell'Agenda Digitale Europea".

Al progetto, finanziato con 1,85 milioni di euro, hanno partecipato l'Università degli Studi "La Sapienza" e l'Università degli Studi "Tor Vergata" di Roma, la Technical University of Vienna, la Salzburg Research F.G., il Centro di Ricerca dell'IBM Italia di Roma, le  Società ICT APIF Moviquity S.A. di Madrid e Software602 A.S di Praga.

Il progetto WORKPAD ha sviluppato una rete capace di collegare con un punto centrale di raccolta e di coordinamento, i soccorritori di prima linea che comunicano tra loro servendosi di dispositivi palmari.

Grazie alla geolocalizzazione i capi squadra sono in grado di conoscere la posizione di tutti i membri dell'équipe, riuscendo così a sapere ad ogni istante dove si trovano i soccorritori e quali operazioni stanno effettuando.

Il logo del progetto WORKPAD, un network concentrico che dialoga


Dai data base del backoffice possono pervenire ai soccorritori le informazioni, scambiate su questa rete di palmari attraverso la tecnologia peer-to-peer (P2P), con i nomi delle persone che vivevano in un condominio crollato, gli elenchi di classe di una scuola, i tabulati telefonici d'una via, le cartine stradali e satellitari ed altre informazioni utili.

Per esempio dove è consigliabile far convergere le tende per un ospedale da campo, quante tende, quante e quali persone assegnare a quel compito e avere, come feedback, lp stato avanzamento del completamento della tendopoli.

I ricercatori hanno creato in WORKPAD un software capace di definire compiti, assegnare ruoli e fornire ai soccorritori informazioni dettagliate. Il software può essere aggiornato in tempo reale in modo da attribuire ai soccorritori nuovi compiti in caso di bisogni più urgenti. Se un soccorritore diventa irrintracciabile perché il palmare non è raggiungibile, il sistema assegna il task a un altro soccorritore nelle vicinanze che quindi può intervenire e fare da ponte sullo stato d'avanzamento dei soccorsi.

Lo scorso anno la prova dell'intero sistema è stato fatto nel borgo calabrese di Pentidattilo, distrutto e abbandonato proprio a seguito d'un terremoto. La tecnologia messa a punto da WORKPAD è dunque stata validata sul campo ed è pronta per essere impiegata.

Il video è la registrazione della sperimentazione a Pentidattilo.


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