26/06/2012 di Redazione

Big Data: quanto costa l'esplosione dei dati alle aziende?

Un report di Symantec, State of Information Survey, ha misurato le spese sostenute annualmente dalle imprese a livello mondiale per archiviare, gestire e ripristinare le informazioni: la cifra arriva a 1,1 trilioni di dollari. Nel prossimo anno il volume

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Una cifra da capogiro, quasi impossibile da concepire: 1,1 trilioni di dollari, cioè circa 880 milioni di miliardi di euro. È quanto spendono ogni anno le aziende del mondo per  archiviare, processare, duplicare, gestire, ripristinare e mettere in sicurezza le informazioni, secondo i calcoli fatti da Symantec nella sua State of Information Survey.

Un'infografica della State of Information Survey di Symantec


Lo studio, alla prima edizione e realizzato intervistando executive e responsabili IT di 4.500 aziende in 38 Paesi, ha svelato che attualmente le informazioni digitali rappresentano il 49% del valore totale di un’azienda; in Italia, la percentuale è del 45%. Un valore a cui corrisponde anche un costo, e salato: in media, le società di fascia enterprise spendono 38 milioni di dollari, con un costo a dipendente di circa 3.300 dollari; le Pmi spendono 332mila dollari, sborsando oltre 3.600 dollari a dipendente.

Qualche esempio più concreto? Una tipica piccola impresa composta da 50 addetti spende annualmente  183.500 dollari nella gestione delle informazioni, mentre una realtà grande con 2.500 dipendenti spende, in media, 8,2 milioni di dollari.

Circa le quantità di dati gestiti, le realtà medie e piccole hanno a che fare annualmente con 563 terabyte, quelle più grandi con circa 100mila terabyte. Ed è prevedibile che questi numeri siano destinati a salire, spinti dall’ormai famigerato fenomeno dell’esplosione dei Big Data. Il volume complessivo delle informazioni archiviate dalle aziende del mondo, oggi, è di 2,2 zettabytes, e nel giro di un anno Symantec prevede un aumento del 67% nei dati riguardanti le grandi imprese, e addirittura del 178% per le realtà medie e piccole.

"La grande quantità di informazioni che le aziende producono oggi – fa notare Francis deSouza, group president, enterprise products and services di Symantec – può aiutarle a servire meglio i propri clienti, oltre che ad aumentare la produttività. Tuttavia, le stesse informazioni possono anche diventare un rischio importante se non vengono protette in maniera adeguata. Le aziende che utilizzano le informazioni in maniera efficace avranno un vantaggio competitivo significativo rispetto a quelle che non sono in grado, e in alcuni casi questo può fare la differenza tra il successo e il fallimento”.

L’aumento dei dati, come ormai risaputo, significa anche incremento della possibilità di perderli, per furti informatici, danni hardware o software o cancellazioni accidentali dovute al classico errore umano. Nel corso dell’ultimo anno, il 69% delle aziende ha vissuto una qualche forma di perdita delle informazioni; la medesima percentuale ha subito un’esposizione di informazioni confidenziali al di fuori dell’azienda, mentre il 31% ha riscontrato problemi di conformità legati alle informazioni.

Dal Symantec State of Information 2012


A detta di Symantec, considerata la posta in gioco, la sicurezza dei dati dovrebbe essere una priorità, ma non tutte sono consapevoli dei rischi del data loss quanto il manager IT di una società di ingegneria che, intervistato nel corso dell’indagine, ha dichiarato che in caso di perdita di informazioni aziendali “ci troveremmo nella situazione di dover interrompere le operazioni per almeno un paio di anni prima di tornare in pista”.

Più in generale, gli intervistati hanno individuato fra le conseguenze possibili la perdita di clienti (citati nel 49% dei casi), danni al brand e alla reputazione (47%), calo del fatturato (41%), crescita delle spese (39%) e caduta del prezzo delle azioni (20%). Quasi un terzo degli interpellati, il 30%, riconosce nell’esplosione delle informazioni un fattore problematico, anche perché spesso questa crescita è disorganizzata, con informazioni difficili da reperire o consultare e duplicate.

“Visto il costante aumento del valore e dei costi legati alle informazioni, le aziende di successo troveranno il modo per proteggere più efficacemente le proprie informazioni e per incentivare la produttività da esse generata”, ha commentato deSouza.

Qualche suggerimento pratico per mettersi sulla buona strada lo fornisce proprio Symantec, riassumento alcune regole nello slogan “riportare la I nell’IT”, ovvero innanzitutto porre più attenzione sulle informazioni stesse, non sul dispositivo o sul data center in cui sono archiviate, dal momento che le nuove tendenze del bring your onw device e del cloud computing hanno di fatto abbattuto le barriere che un tempo limitavano la circolazione dei dati all’interno delle pareti aziendali.

La seconda indicazione su cui riflettere è il fatto che non tutte le informazioni sono uguali: le aziende devono essere in grado di separare quelle inutili da quelle di valore per il business, e proteggere queste ultime di conseguenza. Terzo punto, è importante essere efficienti, servendosi di procedure di backup e archiviazione in modo razionale, senza ridondanze.

Symantec ci ricorda infine come sia importante essere coerenti, ovvero impostare delle policy che prevedano un certo grado di sicurezza e possano essere messe in atto a prescindere dalla collocazione fisica delle informazioni, sia essa in ambienti fisici, virtuali o nel cloud. Ultimissima dritta: è consigliabile rimanere agili, implementando un’infrastruttura flessibile per supportare la crescita dei dati anche in futuro.
 

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