17/06/2019 di Redazione

Crollo degli smartphone Huawei nel 2019, colpa di Donald Trump

Fonti confidenziali di Bloomberg sostengono che l’azienda cinese si aspetti nel corso del 2019 un calo nelle vendite internazionali compreso fra il 40% e il 60%, come conseguenza della guerra commerciale con gli Usa.

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Huawei è una combattente, ma inizia ad accusare il colpo degli attacchi subìti negli ultimi mesi: sospetti sulle sue tecnologie di rete, poi diventati accuse di legami pericolosi con il governo di Pechino e poi una messa al bando formale negli Stati Uniti per volere dell’amministrazione di Donald Trump. Gli smartphone non sono stati la pietra della discordia, ma in passato anche su questa importante dimensione del business di Huawei, e delle aziende cinesi in generale, sono circolati sospetti di possibili compromissioni, backdoor, “programmi spia” inseriti nei dispositivi all’insaputa degli utenti. Nonostante le molte dichiarazioni di innocenza e iniziative come la creazione di un centro europeo per la trasparenza, qualche impatto sulle vendite ci sarà.


A detta di Bloomberg, Huawei si attende nel corso del 2019 un notevole calo nelle spedizioni internazionali dei suoi smartphone: dal 40% al 60%. Non una notizia ufficiale ma una soffiata di una “fonte informata sui fatti”, cioè informata sulle riunioni dei dirigenti dell’azienda in cui si sarebbe parlato, appunto, di percentuali di questo tipo. Sempre a detta della fonte, la società si starebbe preparando ad affrontare l’atteso rallentamento puntando con più forza sulla Cina: l’obiettivo, in particolare, sarebbe quello di conquistare metà del mercato cinese degli smartphone già entro quest’anno.


L’Europa non sarebbe però una causa persa, anzi. Nel Vecchio Continente si insisterà nella proposta di smartphone, sia a marchio Huawei sia Honor, anche con il lancio del nuovo  Honor 20 (che sarà in Italia a fine giugno, probabilmente). Al momento Huawei, contattata da Reuters, non ha rilasciato commenti a riguardo del presunto calo di vendite e delle conseguenti strategie.


Sulle pagine di Bloomberg in questi giorni si è parlato di Huawei anche per un’altra notizia: a detta di AcclaimIP, una software house per la gestione della proprietà intellettuale, il colosso cinese conta 56.492 brevetti attivi nel campo delle telecomunicazioni, delle reti e di altre tecnologie.

 

Aggiornamento: il fondatore e amministratore delegato di Huawei, Ren Zhengfei, in una nota emessa dal quartiere generale di Shenzhen ha dichiarato che l’impatto della messa al bando in territorio statunitense sarà superiore al preciso: si arriverà quest'anno a 100 miliardi di dollari , anziché ai 125 miliardi inizialmente previsti (e senza raggiungere nemmeno i 104 miliardi fatturati l'anno scorso). E anche nel 2020 si osserveranno impatti simili. Per la prima volta l’azienda ha quantificato il contraccolpo economico della guerra commerciale avviata da Donald Trump. Zhengfei ha confermato anche la stima di un calo di vendite internazionali compreso fra il 40% e il 60%, come da indiscrezioni di Bloomberg. Ha anche detto, però, di attendersi una ripresa del giro d’affari nel 2021.

 

 

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