11/11/2022 di Redazione

Divisione finanza in azienda, il data-driven è ancora un miraggio

Una ricerca di Workday svela che in Italia il 53% dei direttori finanziari prende decisioni sulla base dell’intuito, piuttosto che basandosi sui dati.

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I dati servono davvero alle aziende per prendere decisioni? L’espressione data-driven è ormai entrata nel gergo del business, ma la realtà è che la maggioranza dei dirigenti aziendali in Italia continua ancora ad agire sulla base dell’intuito, più che sull’analisi dei dati. Così svela una ricerca (“The Cfo-Cio Partnership”) di Workaday, realizzata a livello internazionale su un migliaio di dirigenti senior di area finanza e IT: nel nostro Paese, il 53% dei chief financial officer intervistati ha ammesso di compiere le proprie scelte sulla base dell’intuito.

Questo è in parte dovuto alla persistente difficoltà di poter accedere ai dati che servono, quando servono. Il problema non sta tanto nella disponibilità dei dati in sé o nella loro raccolta, quanto piuttosto nella visibilità: i dati sono frammentari, o non si presentano nel formato adatto, o non sono accessibili nel momento in cui servono. Tra i responsabili IT della regione Emea, solo il 47% ha detto che la propria azienda ha una vista unificata su tutti i dati relativi alla finanza, alle operazioni e al personale. E il 55% dei direttori finanziari della regione Emea ha affermato di avere difficoltà ad accedere ai dati (o, in certi casi, a dati aggiornati) e per questo di non poter fare previsioni accurate.

Secondo la ricerca, appena il 4% delle organizzazioni della regione Emea ha definito una solida strategia di trasformazione digitale dell’area finanziaria e ha realizzato, negli ultimi due anni iniziative di questo tipo. “La necessità di migliorare il decision-making permettendo un accesso sicuro e tempestivo ai dati è il primo motore della modernizzazione tecnologica delle aziende”, ha commentato Barbara Larson, Cfo di Workday. “Tuttavia, sfruttare la grande quantità di dati che vengono generati e raccolti rimane una sfida”.

Un'ulteriore complicazione deriva dalla varietà dei dati: per prendere decisioni di natura finanziaria (allocazione dei budget, ottimizzazione delle spese, assunzioni, investimenti, eccetera) bisognerebbe considerare anche dati di altro genere.  “Idealmente, bisognerebbe mettere insieme i dati finanziari con i dati che riguardano i dipendenti, i clienti o le terze parti, per far emergere dati di intelligence che i team finanziari possano utilizzare per prendere le giuste decisioni”, ha spiegato Ernesto Boada, Cio ad interim di Workday.

Le aziende italiane hanno parecchia strada da fare su questo punto, considerando che solo il 29% dei Cfo si affida in misura crescente a dati non finanziari per prendere decisioni. Si tratta di una delle percentuali più bassa dell’area Emea: fa peggio solo il Benelux, con una percentuale del 24%, contro il 65% della Germania, il 48% della Francia, il 48% della Spagna e il 42% di Regno Unito e Irlanda.

 

 

In generale, da questo studio è emerso un problema di mancato allineamento tra la funzione finanziaria e l’IT delle aziende, e questa mancanza mette a repentaglio la trasformazione digitale. In Italia, se non altro, nella stragrande maggioranza dei casi i chief information officer sembrano avere voce in capitolo nelle strategie finanziarie (stando alle dichiarazioni): solo un leader aziendale su cinque, infatti, ha ammesso che il proprio Cio non ha alcun ruolo delle decisioni di natura finanzia nemmeno se la tecnologia è direttamente coinvolta nella questione.

“In un mondo in costante cambiamento è più importante che mai che Cfo e Cio si allineino sinergicamente per guidare la trasformazione digitale”, ha sottolineato Frederic Portal, product marketing director Emea financials di Workday. “Creare una funzione di finanza digitale che vada a migliorare il processo decisionale per la pianificazione e il reporting, tenendo in considerazione anche i requisiti più ampi in materia di Esg, fornirà i dati e le informazioni necessarie alle organizzazioni per stare al passo con l’ambiente aziendale odierno”.

 

 

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