03/06/2021 di Redazione

Ict ed energia dialogano, e la sostenibilità aumenta

Sfruttando la potenza e la flessibilità del cloud, Retelit e Wattsdat hanno realizzato una soluzione per rendere più efficienti gli scambi di energia, contribuendo all’ottimizzazione delle risorse economiche e ambientali.

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 L’idea era quella di utilizzare la piattaforma multicloud, alimentata dai dati, per gestire sia da un punto di vista fisico sia da un punto di vista economico gli scambi di energia. È un’idea nata dalla collaborazione tra Retelit, operatore Ict quotato alla Borsa di Milano, presente sul mercato da oltre 20 anni, con una rete in fibra ottica di 16.000 chilometri e 19 data center, e la torinese Wattsdat, un’azienda di Software-as-a-service specializzata nella gestione attiva delle risorse energetiche attraverso una piattaforma dedicata.

“La partnership tra Retelit e Wattsdat”, racconta Enrico Mondo, Head of Business Operations and Development di Retelit, “nasce nel 2019, e vede attualmente attive 40 Virtual Machine su Multicloud Retelit, unitamente a servizi di connettività a 200 Mbps, data backup e fornitura di licenze Microsoft in modalità Spla. A fine 2020 è stato realizzato anche un collegamento in fibra ottica per l’headquarter di Torino, che permette a Wattsdat di operare con prestazioni ancora migliori”.

 

Enrico Mondo, head of business operations and development di Retelit

 

Nasce Energy of Things

“Questa piattaforma, definita Energy of Things”, dice Mondo, “collega fonti tecniche (oggetti, tecnologie, consumi, produzioni) con dati economici (prezzi, tariffe e incentivi) per monitorare in modo continuativo sia i flussi di cassa sia il livello di efficienza con cui viene utilizzata l’energia. Il risultato si traduce sia in vantaggi economici sia in una maggiore sostenibilità ambientale”. Tale modello richiede prima di tutto un cloud performante, veloce e sicuro; un’infrastruttura flessibile e scalabile per configurare i servizi di Digital Energy in cloud sulle base delle necessità presenti e future di qualsiasi organizzazione che operi consumando energia.

Energy of Things integra e valorizza un ventaglio di altre tecnologie, che vanno dagli smart meter 2G e dai submeter (il primo anello della catena, che permette di avere i dati dei consumi lì dove nascono) ai sensori (che rilevano le condizioni di utilizzo dell’energia, quali temperatura, umidità e CO2 degli spazi interni, previsioni meteo, modalità di utilizzo degli impianti tecnologici), fino alla connettività a banda ultra-larga, indispensabile per abilitare il traffico bidirezionale delle informazioni che consentono in tempo reale di analizzare i dati e attuare le opportune ottimizzazioni.

Prende forma, dunque, un concetto di energia “democratica” che parte dagli smart building, trasformati in active building tramite un Building Energy Management System (BEMS) che risponde ai segnali provenienti dalla rete e integra i diversi sistemi tecnici. Ciò permette di abilitare il modello definito Energy-as-a-Service attraverso la gestione di un contratto di prestazione energetica (EPC) a performance garantita ,con una formula che prevede il finanziamento tramite terzi di interventi di efficienza e di flessibilità energetica.Un investimento che viene ripagato tramite la condivisione dei risparmi generati nel corso di un arco temporale pluriennale.

I vantaggi di questo tipo di formule sono evidenti: il facility ed energy manager può valutare e gestire la performance energetica e ambientale, nonché agire proattivamente sulla base di trend riconosciuti dai profili di consumo;  la controparte contrattuale EPC può utilizzare la raccolta dei dati di campo per valorizzare il risparmio generato dagli interventi di efficienza; il proprietario o l’inquilino dell’edificio può accedere a informazioni relative alle prestazioni energetiche per adottare, anche grazie al supporto delle tecnologie digitali, una gestione attiva dell’impiego dell’energia.

“Possiamo quindi concludere”, dice Mondo, “che i servizi energetici basati sui dati in cloud possono supportare l'interazione intelligente delle risorse degli Active Buildings che stanno dietro i contatori sia con le reti che con i mercati elettrici, ricordando che centinaia di migliaia di consumatori, aggregati insieme, possono fornire centinaia di MW di flessibilità del carico in alternativa alla generazione tradizionale, evitando così elevati costi di sistema ed emissioni di CO2”.

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