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La mascherina non ferma il riconoscimento facciale, test negli Usa

Il Dipartimento per la Sicurezza interna statunitense ha sviluppato un algoritmo di riconoscimento biometrico che vanta un’efficacia del 96% anche sui volti parzialmente coperti da una mascherina.

Pubblicato il 13 gennaio 2021 da Redazione

In tempi di covid-19, indossare una mascherina è obbligatorio (oltre che sensato) quasi ovunque. E l’intelligenza artificiale si adegua. Non ci libereremo tanto presto della necessità di proteggerci con mascherine chirurgiche o Fp2, dunque il Department of Homeland Security statunitense sta sperimentando una tecnologia di riconoscimento facciale che può funzionare, e funzionare bene, anche se il volto delle persone non è completamente visibile: l’accuratezza emersa dalle prime sperimentazioni sfiora il 96%. 

Lo scorso luglio uno studio del National Institute of Standards and Technology (Nist) statunitense aveva evidenziato il problema: a seconda del tipo di mascherina, cioè del colore e dell’area del volto coperta, i sistemi di riconoscimento facciale possono commettere errori, con percentuali che variano dal 5% ad addirittura il 50%. Più la maschera è scura e più copre parti del naso, maggiore è la probabilità di errore.

Fortunatamente lo Science and Technology Directorate, il laboratorio di ricerca del Dipartimento della sicurezza interna, non si è fatto trovare impreparato: è dal 2018 che questa unità lavora sullo sviluppo di tecnologie di intelligenza artificiale, in cooperazione con vendor, esperti di biometria e volontari disposti a partecipare ai test.

Per il progetto di riconoscimento facciale per volti coperti da maschera sono stati coinvolti 582 volontari rappresentativi di una sessantina di Paesi e sono stati testati dieci algoritmi e sei sistemi di acquisizione delle immagini. La sperimentazione, condotta in Maryland, aveva l’esplicito intento di “ridurre la necessità che le persone si tolgano la maschera in aeroporto o nei porti di ingresso” negli Stati Uniti.

L’iniziativa non è conclusa, ma i primi risultati sono incoraggianti. Va detto però che le performance variano molto da un sistema all’altro. In media, i sei algoritmi hanno dimostrato un’accuratezza del 93% su volti privi di maschera, mentre il migliore degli algoritmi ha azzeccato tutti i riconoscimenti; in presenza di mascherina, invece, l’accuratezza media dei sei software è stata del 77% mentre il migliore è arrivato al 96%. 

“Non è una soluzione perfetta al 100%”, ha ammesso Arun Vemury, direttore Science & tecnology del Biometric and Identity Technology Center, “ma potrebbe ridurre il rischio per molti viaggiatori così come per lo staff che lavora in prima linea negli aeroporti, che non dovrebbe più chiedere ai passeggeri di togliersi la maschera”.

 
Tag: Usa, biometria, intelligenza artificiale, stati uniti, riconoscimento facciale, algoritmi, coronavirus, mascherine, covid-19, mascherina

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