20/09/2017 di Redazione

Microsoft dichiara guerra alle bufale con il fact-ckecking di Bing

Al motore di ricerca sarà presto aggiunta la nuova opzione Fact Check: permetterà di verificare la veridicità di una notizia. L'azienda di Redmond si impegna così nell'opera di boicottaggio delle fake news, già portata avanti da Facebook e Google.

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La lotta alle bufale online passa anche da Bing. Il motore di ricerca di Microsoft sta per introdurre un nuovo elemento per aiutare gli internauti a orientarsi nel mare del Web: tra i risultati di ricerca, quelli sottoposti a verifica di fact-checking saranno contrassegnati da un'indicazione che li qualifica come veritieri o falsi. La nuova funzione, chiamata “Fact Check”, poggerà sulla collaborazione di agenzie specializzate nella verifica delle fonti, come Snope e PolitiFact. Si tratterà sostanzialmente di un'etichetta che potrà essere usata, spiega Microsoft, “sia su notizie giornalistiche sia su pagine Web che, secondo le analisi di Bing, contengono informazioni di fact-checking, grazie alle quali l'utente può avere maggiori informazioni per giudicare in autonomia quali informazioni siano degne di fiducia”.

Il motore di ricerca, quindi, vuol diventare non un semplice filtro che censura le fake news e lascia passare i contenuti validi, ma piuttosto un luogo che mette a disposizione dell'internauta degli strumenti critici. Nelle verifiche verrà tenuta in conto anche la reputazione dei siti, oltre alla presenza di altre condizioni (per esempio, la trasparenza sulle fonti) che se soddisfatte permetteranno di apporre il contrassegno ClaimReview, previsto dal vocabolario di schema.org (qui i dettagli). Bing penalizzerà, invece, i siti che apporranno tale contrassegno senza che sia stata eseguita una verifica di fact-checking.

 

 

Il motore di ricerca di Microsoft segue dunque, pur con metodi propri, l'esempio del rivale di Mountain View. Google Search, infatti, da almeno un paio di anni ha iniziato a fare affidamento su algoritmi di intelligenza artificiale per distinguere i contenuti di qualità dalle bufale e dal clickbaiting. È noto anche l'impegno multiforme di Facebook nella lotta alla disinformazione e ai link ingannevoli: la piattaforma social raccoglie e valuta le segnalazioni degli utenti, oltre a collaborare con agenzie di fact-checking statunitensi ed europee. Sia Google sia Facebook sia Twitter, inoltre, hanno vietato l'inserimento di contenuti pubblicitari sulle pagine che giocano sporco, diffondendo notizie false e contenuti acchiappa-click. Chi dice il falso, insomma, farà sempre più fatica a trovare visibilità e a monetizzare la propria presenza online.

 

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