21/06/2017 di Redazione

MongoDb si apre ad altri cloud e annuncia nuovi servizi

Disponibile in public beta Stitch, un Backend-as-a-Service per l’integrazione di piattaforme di terze parti via Api. L’azienda ha mostrato anche un’anteprima dello strumento di business intelligence Mongo Charts e ha annunciato la disponibilità del propri

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Novità da MongoDb. Dal palco della propria conferenza annuale, in corso a Chicago, la società che sviluppa il database non relazionale ha annunciato Stitch, un nuovo Backend-as-a-Service (BaaS) che permette di creare applicazioni su MongoDb senza il bisogno di scrivere righe di codice aggiuntivo. Stitch non è altro che una Http Api che consente l’integrazione diretta con servizi di terze parti, allo scopo di gestire compiti di routine all’interno del database. La novità segna il primo passo dell’azienda al di fuori del proprio core business, dando in mano agli sviluppatori uno strumento utile per ampliare teoricamente all’infinito le potenzialità della propria piattaforma Nosql.

Al momento Stitch è disponibile in public beta con una serie di integrazioni già pronte, che connettono il database a diversi servizi di Google, Facebook, Amazon Web Services, Slack, Mailgun e Pubnow. Ma gli sviluppatori potranno facilmente sfruttare il nuovo backend con qualsiasi altra piattaforma che mette a disposizione delle Api Rest.

Il prezzo varia a seconda dei dati trasferiti e, non appena Stitch approderà alla versione finale, sarà anche possibile gestirlo on-premise. Il secondo annuncio proveniente da Chicago riguarda invece Mongo Charts, svelato in queste ore in anteprima. Si tratta di uno strumento per la business intelligence, che verrà rilasciato più avanti (teoricamente in autunno), come parte di un aggiornamento di peso del database.

Utilizzando Charts, gli utenti potranno costruire grafici e dashboard prelevando direttamente i dati contenuti in MongoDb. Uno strumento di Bi a quanto pare come molti altri, con la sola differenza che non sarà prevista alcuna compatibilità con nessun altro database. I diagrammi e i tracciati saranno inoltre esplorabili in tempo reale, dando così alle aziende una visione d’insieme precisa e puntuale.

 

 

Infine, la terza novità riguarda Atlas, l’offerta di Database-as-a-Service della società. Da oggi sarà possibile effettuare il deployment del servizio anche su Google Cloud Platform e Microsoft Azure: una scelta praticamente obbligata, in quanto fino ad oggi la software house aveva deciso di appoggiarsi soltanto su Amazon Web Services, l’ambiente prediletto dalla maggior parte dei propri clienti.

Si tratta di un primo passo verso la costruzione di un database gestito che sia realmente “agnostico” rispetto al cloud, dando così la possibilità alle aziende di progettare una piattaforma distribuita su scala globale, a prescindere dalla regione in cui si trovano i data center e dal service provider di riferimento.

 

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