Amazon è indagata dalla Procura di Milano per presunta evasione fiscale in Italia: l’ipotesi è che la divisione europea con sede in Lussemburgo abbia mancato di versare 1,2 miliardi di euro su guadagni raccolti, nel nostro Paese, attraverso il portale di e-commerce tra il 2019 e il 2021. L’investigazione, secondo fonti anonime, sarebbe cominciata proprio quell’anno in seguito a controlli di routine.
A darne notizia è il Corriere della Sera, specificando che l’azienda è già stata formalmente informata dell’indagine per contestata frode fiscale lo scorso dicembre, direttamente dalla Guardia di finanza di Monza. Il presunto ammanco, sanzioni e interessi, si traduce ora in 3 miliardi di euro da corrispondere al Fisco.
Big Tech come Amazon non sono certo nuove a investigazioni fiscali di questo tipo, che spesso arrivano a distanza di anni dal periodo in cui i presunti fatti sarebbero stati commessi. C’è però una particolarità di questa indagine, portata avanti al pubblico ministero Elio Ramondini, rispetto a casi simili di cui abbiamo letto in passato: la Procura di Milano contesta ad Amazon l’uso improprio di un algoritmo che permette al portale di e-commerce di vendere in Italia beni di venditori non europei, per lo più cinesi, senza rivelarne l’identità e i dati all’Agenzia dell’Entrate. Questi venditori si sottraggono così, di fatto, al pagamento dell’aliquota Iva del 22%.
L’indagine per presunta evasione procede separatamente da quella che ha portato, la scorsa estate, a sequestrare ad Amazon Italia 121 milioni di euro per presunta frode fiscale e per condizioni di lavoro illegali.
Tornando al presente, ora si aspetta naturalmente la replica dell’azienda, che ha sempre sottolineato il proprio impegno e sostegno per l’occupazione e l’economia italiane. Recentemente la divisione Amazon Web Services (Aws) ha annunciato nel nostro Paese un piano di investimenti da 1,2 miliardi di dollari.