Facebook è l’unica azienda in cui per sbaglio si può “uccidere” il capo senza rischiare la galera. Mark Zuckerberg e con lui circa due milioni di persone iscritte al social network sono stati segnalati da quest’ultimo come deceduti, con tanto di frase di annuncio mortuario postata sui loro profili. “Speriamo che le persone che amano Mark trovino conforto in ciò che altre persone condividono per ricordare e celebrare la sua vita”, si poteva leggere in cima alla pagina di Zuckerberg. E analoghi messaggi sono comparsi sui profili di circa due milioni di persone.
Si tratta di una funzionalità introdotta dal social network lo scorso anno per assecondare una richiesta diffusa tra i familiari, parenti e amici dei defunti. I quali, scomparsi dalla vita reale, continuano a esistere nel Web con pagine commemorative, un po’ diario di memorie e un po’ luogo di incontro per chi li ha amati.
Peccato solo che, in questo caso, non ci fossero decessi da annunciare né persone da commemorare. Fosse successo ad Halloween o il primo di aprile avremmo pensato a un macabro scherzo oppure a un attacco hacker, ma pare si sia trattato di un non meglio specificato “errore”, come dichiarato da un portavoce della società. Da Menlo Park sono arrivate tempestivamente parole di scuse, ma l’errore umano o bug di sistema ha comunque fatto in tempo a generare sgomento e una prevedibile reazione a catena: valanghe di messaggi di condoglianze e altrettante rassicurazioni e smentite da parte dei diretti interessati.
La spiegazione fornita ai giornalisti si è limitata a recitare che “per un breve lasso di tempo oggi è stato postato su altri profili un messaggio destinato invece ai profili commemorativi. È stato un terribile errore che ora abbiamo risolto. Siamo davvero spiacenti per l’accaduto e siamo intervenuti per risolvere il problema il più velocemente possibile”.
Secondo i dati ufficiali della piattaforma, il mese scorso Facebook ha raggiunto gli 1,79 miliardi di utenti attivi, con un incremento del 16% rispetto ai livelli di ottobre del 2015. La grande maggioranza si collega al servizio almeno una volta al giorno (1,03 miliardi gli utenti attivi quotidiani registrati a settembre 2016, +22% anno su anno) e anche, se non prevalentemente, da dispositivo mobile (1,66 miliardi, +20%).