03/02/2017 di Redazione

Immigrati messi al bando da Trump, Microsoft chiede un'eccezione

Attraverso il suo rappresentante legale, l'azienda di Redmond ha chiesto di poter ottenere delle formali eccezioni al giro di vite anti-immigrazione voluto dal neopresidente. Ben 76 dipendenti rientrano nella categoria e la richiesta è quella di valutare

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Mentre dentro e fuori dagli Stati Uniti si discute sulla legalità dell'ordine esecutivo di Donald Trump, quello che ha vietato l'ingresso ai cittadini di sette Paesi islamici, Microsoft continua la sua personale battaglia. Dopo aver già dato appoggio all'azione legale del procuratore generale dello Stato di Washington, dopo l'elogio dell'immigrazione enunciato da Satya Nadella, adesso arrivano richieste più pacate e dettate dal senso pratico. L'azienda di Redmond ha chiesto una valutazione “caso per caso” per i suoi dipendenti, ben 76, che toccati dal divieto di ingresso e a cui di fatto è negata anche la libertà di viaggiare.

Con tanto di formale rischiesta al Dipartimento di Sicurezza Interna degli Stati Uniti d'America, Microsoft ha chiesto di poter ottenere per questo professionisti, regolarmente dotati di visto, un'esenzione dal divieto. L'ordine esecutivo di Trump prevede infatti che il dipartimento di Homeland Security possa stabilire delle eccezioni valutando caso per caso l'assenza di rischi per la sicurezza nazionale, la regolarità dei documenti posseduti dalla persona, l'immacolatezza della fedina penale e la necessità di raggiungere familiari e partenti nel Paese di origine.

Come spiegato da Brad Smith, president and chief legal officer di Microsoft, questa richiesta nulla toglie all'opinione già espressa e alle azioni intraprese dall'azienda per opporsi alla politica di Trump. La richiesta inoltrata mira a risolvere alcune specifiche situazioni urgenti, di persone regolarmente in possesso di visto e che risultano separate dai propri compagni e figli. In alcuni casi, poi, sussistono vere e proprie “emergenze familiari” e necessità di visitare parenti malati.

Queste esigenze”, ha specificato il rappresentante legale, “quasi certamente non riguardano solo i nostri dipendenti e le loro famiglie. A nostro parere è possibile che i Segretari di Stato e il Dipartimento di Sicurezza Interna facciano alcuni passi, limitati ma importanti, per aiutare queste persone, nel rispetto della sicurezza nazionale e con l'autorità che è stata a loro espressamente riconosciuta dal presidente”.


 

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