Per affrontare le nuove regole dell’Unione Europea sullo scambio dei dati, le Big Tech si coalizzano. Si chiama proprio Coalition for Open Digital Ecosystems (Code) la nuova alleanza appena annunciata da tre colossi del mercato digitale come Alphabet, Meta, Qualcomm, insieme ad altre sette multinazionali tecnologiche ovvero la stanunitense Motorola, le cinesi Lenovo e Honor (produttore di smartphone, già spin-off di Huawei), la francese Lynx (realtà virtuale e mista), la tedesca Wire (piattaforma di messaggistica), la britannica Nothing Technology (smartphone ed elettronica di consumo) e la norvegeze Opera (software, tra cui l’omonimo browser di navigazione Web).
L’obiettivo dichiarato è di promuovere la crescita del mercato digitale e l’innovazione in Europa attraverso una maggiore collaborazione, apertura e interoperabilità tra le diverse piattaforme. Questo è, d’altro canto, uno degli obiettivi del Digital Markets Act europeo, che però pone la questione in termini (anche) prescrittivi per quelle grandi aziende definite “gatekeeper”.
Il nuovo regolamento richiede, in particolare, ad Alphabet (e dunque a Google), Amazon, Apple, ByteDance (Tiktok), Meta (Facebook, Instagram e Whatspp) e Microsoft di rispettare una serie di regole ed evitare, così, abusi di posizione dominante. Queste società potranno permettere ad aziende terze di interoperare e quindi di scambiarsi dati, così come potranno consentire agli investitori pubblicitari di accedere a dati e strumenti relativi alle piattaforme di advertising. Ai gatekeeper, di contro, non sarà consentito fare preferenze per i propri servizi rispetto a quelli della concorrenza, così come non potranno vietare agli utenti di rimuovere applicazioni preinstallate all’interno di uno smartphone o sistema operativo o servizio.
Le regole del Digital Markets Act entreranno in vigore a marzo del 2024. Per chi non si adeguerà sono previste multe fino a un massimo del 10% del fatturato annuo globale, ma per i recidivi che commettono infrazioni ripetute si potrà arrivare al 20%.
L’auspicio è che non si arrivi a queste situazioni conflittuali, e la nascita di Code getta una prima buona premessa. I membri della coalizione si sono impegnati a lavorare con accademici, legislatori e altre aziende per promuovere l’apertura del mercato “attraverso l’implementazione del Digital Markets Act e in futuri sviluppi di framework regolatori dell’Unione Europea”. Naturalmente, come la parola “coalizione” suggerisce, è anche facile che questa alleanza possa servire alle Big Tech anche per sostenersi a vicenda e far fronte comune contro una Commissione Europea che negli ultimi anni ha spesso seguito la linea dura (specie con le multe per violazioni dell'antitrust e del Gdpr).