04/12/2015 di Redazione

Apple, la rondine di Swift è volata nel cielo open source

L’azienda di Cupertino ha rilasciato in versione aperta il proprio linguaggio di programmazione. Nato nel 2014, si è rapidamente fatto apprezzare dalla comunità di sviluppatori, che potranno ora portare con maggiore facilità e libertà le applicazioni anch

immagine.jpg

Detto fatto. Apple ha anticipato tutti e ha rilasciato Swift in versione open source, forse ancora prima del previsto. Il linguaggio di programmazione proprietario diventa così aperto e, grazie a questa fondamentale caratteristica, potrà essere costantemente migliorato dalla comunità di sviluppatori. Introdotto nel 2014, Swift è stato caratterizzato subito da un notevole ritmo di espansione, unendo l’efficienza dei linguaggi compilati con la semplicità e l’interattività di quelli di scripting più popolari. Per fornire maggiori informazioni e per fornire documentazione e risorse, l’azienda di Cupertino ha inoltre lanciato il sito Swift.org, da cui è possibile anche scaricare il codice sorgente del linguaggio tramite link diretto a Github.

Il “pacchetto” include anche il supporto per tutte le piattaforme software Apple (iOs, Os X, watchOs e tvOs), così come per Linux. I componenti disponibili comprendono Swift Compiler, Debugger, Standard Library, Foundation Libraries, Package Manager e Repl. Swift è concesso in licenza ai sensi di Apache 2.0, con un’eccezione relativa alla libreria di runtime, e consente agli utenti di integrare facilmente Swift nel proprio software ed eseguire il porting del linguaggio su nuove piattaforme.

“La scelta di rendere Swift open source consentirà all’intera community di sviluppatori di contribuire al linguaggio di programmazione e a renderlo disponibile su ancora più piattaforme”, commenta Craig Federighi, senior vice president Software Engineering di Apple. “La potenza e la facilità d’uso di Swift ispireranno una nuova generazione ad appassionarsi al mondo della programmazione e, con l’annuncio di oggi, saranno in grado di portare le proprie idee ovunque, dai dispositivi mobili al cloud”.

 

ARTICOLI CORRELATI