10/04/2018 di Redazione

Corsa per l'energia verde, Apple non vuol essere seconda a Google

Nuovo traguardo per la società di Cupertino: alimenta i propri data center, uffici, negozi e altre strutture con il 100% di fonti rinnovabili, mentre il rivale di Mountai View aveva annunciato qualcosa di simile giorni fa.

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Se la competizione fra colossi tecnologici, come Apple e Google, si gioca anche sulla corsa all'energia pulita, ben venga. Giova a tutti il fatto che la società di Cupertino abbia raggiunto, come appena annunciato, l'obiettivo dell'impiego di sole fonti rinnovabili per alimentare le proprie strutture nel mondo, cioè data center di proprietà, spazi in affitto, uffici e negozi, sparsi su 43 Paesi del mondo. Già nel 2014 era stato tagliato il traguardo del 100% di energia rinnovabile per i data center, mentre nel 2016 l'azienda poteva dire di essere arrivata al 96% per l'insieme delle proprie sedi e attività. La rivale di Mountain View, invece, giorni fa ha comunicato di aver ottenuto per il 2017 il pareggio tra elettricità ed energie “green” acquistate e usate nei propri data center.

 

Le due aziende californiane non sono i soli colossi tecnologici a poter sfoggiare risultati in fatto di impegno ecologista, come dimostrano recenti report di Greenpeace e di Amnesty International. I proprietari di data center hyperscale, golosi di energia necessaria a dar loro vita e a raffreddarli, cioè multinazionali come Google, Apple, Facebook, Amazon e Microsoft, sono allo stesso tempo causa di grandi consumi di elettricità ed esempio di progressi verso una tecnologia più ecosostenibile. Tutti questi soggetti, chi più chi meno, chi con maggiore o minore trasparenza, oggi stanno puntando sull'energia eolica, sul fotovoltaico e su impianti idroelettrici ibridi per smarcarsi dagli approvvigionamenti tradizionali dalle utility, e lo stanno facendo sia costruendo ex novo data center dotati di tali elementi sia avviando progetti con aziende locali.

 

Tim Cook non si è fatto mancare un po' di retorica autocelebrativa, rimarcando l'impegno di Apple a “creare un mondo migliore di come lo abbiamo trovato” e a “spingere in avanti le frontiere di ciò che possiamo fare con le materie usate nei nostri prodotti, con il in cui li ricicliamo, con le strutture e con il nostro lavoro con i fornitori, per trovare nuove creative e lungimiranti fonti di energia rinnovabile”. Retorica però sostenuta dai fatti, perché la Mela conta oggi 25 progetti di energia rinnovabile attivi nel mondo e capaci, complessivamente, di 626 megawatt di potenza; altre 15 iniziative sono in fase di definizione e, una volta portate a termine, faranno salire a 1,4 gigawatt la potenza erogabile. Fra i lavori in corso spiccano l'impianto fotovoltaico dell'Apple Park di Cupertino, i 485 wegawatt di potenza da sole e vento della Cina, e ancora impianti a pannelli solari in Giappone, Singapore, Nevada e North Carolina.

 

Il tetto a pannelli solari dell'edificio principale di Apple Park

 

 

Nel 2017 il solo fotovoltaico ha garantito a Apple 286 megawatt di potenza, più di quanto mai accaduto negli anni precedenti. Per coerenza, l'azienda sta spingendo anche i propri interlocutori nella supply chain a transitare verso l'energia pulita: dopo l'aggiunta di Quanta Computer, Pegatron, Finisar e altri, sale a 23 il numero dei fornitori impegnati a ridurre le emissioni di anidride carbonica e la dipendenza da elettricità e gas tradizionali.

 

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